Rashida:“Vogliono farmi sposare un uomo di 10 anni più grande di me. Ho solo 15 anni. Non voglio. Non lo amo. Non lo conosco nemmeno”. “Mia madre ha detto che lascerò la scuola perché a una moglie l’istruzione non serve”.
E’ accaduto a Torino. Questo è stato il grido di aiuto di Rashida, un ragazza egiziana, che, disperata, ha chiamato l’114, il numero di emergenza per l’infanzia.
Rashida ha spiegato che la madre, rimasta vedova qualche mese fa, le stava organizzando una cerimonia di fidanzamento, preludio di un matrimonio con un uomo adulto. Per questo motivo le aveva preparato un viaggio in Egitto, presso la famiglia del suo futuro sposo, e le aveva fatto trovare, appeso nella sua cameretta, un abito da sposa rosso, scelto dal suo futuro fidanzato, che avrebbe dovuto indossare per la cerimonia.
La ragazza, strappata brutalmente alla sua vita adolescenziale, a cui si stava appena affacciando, quella del primo anno del liceo, ha cercato di opporsi e spiegare le sue ragioni, con tutte le sue forze. Quando si è resa conto di non potercela fare, ha addirittura tentato il suicidio, pur di sfuggire ad un destino insopportabile.
Lo conferma il vice questore, Alice Rolando, che subito si è mobilitata e, insieme alla Dirigente scolastica, è intervenuta per proteggere la ragazzina.
La madre nega tutto, dice che la figlia era consenziente, che mai ha cercato di influenzarla nelle sue scelte o di costringerla ad ubbidire ciecamente. Evidentemente, le prove dicono il contrario, poiché il tribunale dei minori ha affidato Rashida ad una comunità.
Da li, rasserenata, racconta che ha trovato il coraggio di denunciare il tutto, grazie all’aiuto di una sua compagna di classe che, dopo averle prestato il cellulare, l’ha incitata a chiedere aiuto.
“Voglio studiare, perché voglio cambiare vita. Non voglio sposare un uomo che non conosco e che non amo”, ha detto ancora.
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