Ad un certo punto della nostra vita, ci troviamo a dover decidere sui rapporti prematrimoniali, argomento che sembra prescindere da tutto il nostro cammino spirituale.
Perché non ci convinciamo della loro “pericolosità”? Forse perché la nostra fede è debole o lo sono i nostri sensi?
Cominciamo il nostro cammino di fede con il Sacramento del Battesimo, che non ci vede molto partecipi, data la tenerissima età. Impariamo, poi, le preghiere più importanti, il Padre Nostro e l’Ave Maria, alla stesso modo della recita scolastica e veniamo catapultati al catechismo, luogo che, rispetto ad altre attività extrascolastiche di moda oggi (piscina, calcio … danza, canto), sembra “una cosa noiosa e statica” e nemmeno tanto extrascolastica.
Nell’adolescenza, poi, l’età della ribellione per definizione, in nome della liberà sessuale qualcuno comincia a pensare che: “Il corpo è mio e me lo gestisco io”, come, da più parti, annunciano i media.
Basterebbe partire da questi piccoli e semplici concetti per ritenerci un regalo prezioso da dare al momento giusto, per rimanere casti e riflettere un po’.
Non c’è forse in ognuno di noi il desiderio di essere unici e distinguibili? Lo siamo già! Non abbiamone paura, solo perché in molti ancora non comprendono che vuol dire appellare il corpo come Tempio dello Spirito Santo.
Questa non è -lo sappiamo- l’era dell’ignoranza, possiamo farcela ad essere noi stessi, umani che non si uniformano alle carrube date in pasto ai porci, ma restano perle da non dare a chiunque.
Siamo rivoluzionari, come lo è stato Cristo, e impariamo ad aspettare, a non bruciare nessuna tappa. Coltiviamo insieme l’idea di poter incontrare l’altra persona, una soltanto, che presenteremo a Dio davanti all’altare, come nostro/a compagno/a di vita per sempre, per tutta la vita.
Non facciamo l’errore di pensare che un atto sessuale non lasci traccia, non è cosi e lo sappiamo tutti. Come qualunque atto compiuto dalla nascita, farà parte del nostro background per sempre e non potremmo prescinderne … mai.
Antonella Sanicanti
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