In coma per aver respirato anidride carbonica: colpa della mascherina?

Ha usato la mascherina come prevedono le regole scolastiche e non solo. Ma una ragazzina 13enne, asmatica, ha rischiato la vita.

mascherina
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Ha 13 anni ed, ora, si trova in coma a causa dell’uso della mascherina. Ha respirato anidride carbonica e questo l’ha portata al collasso.

In coma per aver usato la mascherina troppo tempo

Una ragazzina di 13 anni è ricoverata all’ospedale “Regina Margherita” di Torino in coma, dopo aver indossato per troppo tempo la mascherina. Lei è asmatica e le era già capitato una volta, verso la fine del mese di maggio, di avere un forte attacco respiratorio, dovuto proprio all’asma, ed ancora una volta indossava la mascherina.

L’uso costante della mascherina chirurgica, magari indossata anche in circostanze inappropriate, può aver contribuito a una sovraproduzione di anidride carbonica che, in presenza di patologie respiratorie, può avere conseguenze gravi se reintrodotta nell’organismo” – hanno dichiarato i medici, cercando di spiegare le motivazioni per cui, ad oggi, la ragazzina si trova in coma.

La ragazza aveva respirato troppa anidride carbonica

La ragazza, di origini Aostane, ricoverata per ben due settimane nell’ospedale della sua città, a causa del complicarsi delle sue condizioni, è stata poi ricoverata nel reparto di terapia intensiva all’ospedale di Torino. Qui, rispondendo positivamente alle cure mediche e, dopo essere stata intubata e sedata ha ripreso, lentamente ha ripreso a respirare autonomamente.

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Il referto medico: “Uso eccessivo della mascherina”

Secondo i primi referti medici, a generare la mancanza di ossigeno nei suoi polmoni, e a causare quindi una crisi respiratoria, l’aver respirato troppa anidride carbonica ‘autoprodotta’, ovvero generata dalla stessa attività respiratoria della ragazza, complicata peraltro dall’utilizzo forse eccessivo della mascherina chirurgica.

La triste vicenda della giovane, però, non deve farci pensare che la mascherina sia dannosa. Anzi: è la prima barriera di protezione dall’infezione da Covid. Quello che è sbagliato è il suo uso eccessivo, prolungato e, in molti casi, anche sbagliato del dispositivo stesso.

Fonte: databaseitalia.it

ROSALIA GIGLIANO

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