Ragazza diciottenne abortisce ripetutamente non se ne accorge nessuno?

 

 

 

 

Accade a Vicenza, una ragazza si sente male a scuola e la portano al pronto soccorso.

Sembrerebbe una vicenda normalissima, che desti solo una lieve preoccupazione per la salute della giovane, invece nasconde una storia inverosimile, che denuncia irresponsabilità e poca conoscenza dei proprio diritti, celati sotto falsi sentimentalismi e fatali, quanto inopportuni,  interventi clinici.

Infatti i medici si accorgono ben presto che la ragazza si è auto-procurata un aborto, utilizzando un miscuglio di farmaci  che avrebbe potuto costar caro anche a lei.

Lei ha diciotto anni ed è originaria del Ghana. Ormai cittadina italiana a tutti gli effetti, ha confessato di aver abortito altre tre volte, nei precedenti tre anni.

Giovanissima e già responsabile della vita mancata di quattro feti, e non è tutto. Si è saputo che, a spingerla ad un tale comportamento, sarebbe stato ogni volta il suo ragazzo, sempre lo stesso, che sembra non avere per nulla l’istinto paterno.

Lei non ha mai saputo imporsi e dirgli di no, per timore di contraddire quell’uomo -se così lo si vuole chiamare- che ama tanto.

Se si pensava che fosse allarmante e poco educativo per le nuove generazioni, lo slogan femminista “l’utero è mio e lo gestisco io”, che inneggia e richiama quella libertà della donna che permette di decidere sull’aborto, questo è sicuramente peggio.

Vede una ragazza plagiata per sesso, il cui utero è usato a piacimento dal fidanzato e io mi chiedo: Dove sono gli adulti in queste situazioni? Possibile che la ragazza, integratasi benissimo nella nostra società, abbia saputo cogliere solo l’aspetto peggiore dell’emancipazione femminile? Questa diciottenne non ha altri che il suo fidanzato e suoi cattivi esempi da seguire?

In attesa di tempi migliori, in cui le giovani donne vengano seguite ed educate alla sessualità ed informate sul significato profondo della procreazione, in attesa che ci siano leggi che puniscano gli illeciti di questo genere, notifichiamo che la ragazzetta, pure maggiorenne, è stata condannata a soli 15 giorni di carcere, con la condizionale, per l’accusa di procurato aborto. Un periodo lungo quanto le vacanze di Natale e null’altro!

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