Le celebrazioni della Quaresima risalgono ai primi secoli della storia cristiana. Ci sono stati diversi cambiamenti nelle usanze e nelle abitudini, vediamoli.
Con il mercoledì delle Ceneri, come ogni anno, la Chiesa cattolica entra nel periodo di celebrazione della Quaresima, ovvero i 40 giorni scanditi da preghiere e digiuni che precedono la Pasqua di risurrezione. Le origini della celebrazioni di questo periodo risalgono lontano nel tempo, e affondano le proprie radici nella storia della liturgia.
La Quaresima nel IV secolo
La celebrazione pasquale, già nel IV secolo, veniva fatta precedere da un particolare periodo di preparazione della durata di quaranta giorni. Questo accadeva tanto per i catecumeni che avrebbero dovuto ricevere il Battesimo da lì a poco, quanto per la totalità degli altri fedeli, che in quel mondo ribadivano e rinnovavano la loro fede in Gesù Cristo.
All’inizio la Quaresima rappresentava solamente il periodo in cui le persone che erano state scelte per accedere al Battesimo si preparano in maniera definitiva a riceverlo. Battesimo che in seguito veniva concesso proprio nella ricorrenza della Vigilia pasquale.
I riti degli “scrutini”
In questo periodo di preparazione avvenivano dei riti chiamati “scrutini“, ai quali partecipava l’intera comunità cristiana, segno dell’unità visibile della Chiesa in quanto corpo di Cristo. Questi momenti rappresentavano anche un modo per i fedeli stessi di meditare sulla propria fede e sul proprio essere stati battezzati.
In questo tempo antecedente alla Pasqua, perciò, si compivano atti di penitenza. Col tempo, questi si limitarono sempre più al solo digiuno. Inizialmente, però, gran parte di questi atti di penitenza comprendeva anche lunghe ore di preghiera, e di elemosina.
La Quaresima nei primi secoli
Oltre a questo, vi erano delle specifiche direttive che caratterizzavano questo periodo di preparazione. Ad esempio, non si potevano celebrare matrimoni, e nemmeno era permesso di organizzare feste pubbliche. Il venerdì poi non era permesso di consumare carne. Oltre a ciò, l’impegno era quello di pregare in maniera più intensa e di dedicarsi in maniera più assidua a compiere atti di carità nei confronti dei più poveri. Infine, non era permesso concedersi distrazioni, perché queste avrebbero avuto l’effetto di distogliere dall’ascolto della parola di Dio.
La concezione della penitenza nel periodo di Quaresima nacque nel momento in cui i cristiani si ricordarono dei versetti del Vangelo di Matteo (Mt. 9, 14-15) in cui Gesù rispose ai discepoli di Giovanni, che chiedevano perché i Suoi discepoli non digiunassero: “Com’è possibile che gli amici dello sposo possano fare lutto finché lo sposo è con loro? Verranno poi i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto, ed allora digiuneranno”.
Il digiuno totale di tre giorni
All’inizio il digiuno era totale, nei tre giorni in cui si ricorda la Redenzione, ovvero dal Giovedì Santo fino al giorno di Pasqua. E in molte Chiese sono ancora presenti testimonianze che mostrano come già nel II o III secondo era abitudine digiunare sia il Venerdì che il Sabato Santo. Come facevano anche molte Chiese d’Oriente, nell’arco però dell’intera Settimana Santa. Nel VI secolo questo digiuno si estese per un periodo lungo fino a tutti i quaranta giorni.
Oggi invece la Quaresima inizia con il mercoledì delle ceneri, riconoscendo la propria condizione di peccatori accettando l’imposizione delle ceneri sul proprio capo. Accettando così il proprio castigo, ovvero la nostra morte naturale, con la formula “cenere siete e cenere ritornerete”. E si conclude infine la sera del Giovedì Santo, nel momento in cui si celebra la Messa “In coena Domini”.
Cosa chiede oggi la Chiesa
In questi giorni la Chiesa ci chiede di dare un’attenzione particolare all’ascolto e alla preghiera, al digiuno e alla conversione, all’austerità e vigilanza, e alla carità e alla conversione. Oltre ovviamente alla memoria del Battesimo. Nel periodo di quaranta giorni che Gesù visse nel deserto, infatti, superò le tentazioni avanzate dal diavolo per mezzo della preghiera e della Parola di Dio, e accettando il cammino della croce.
Anche noi perciò oggi, allo stesso modo, dobbiamo avere fiducia nella misericordia del Signore che vuole trarci in salvo dal destino della morte eterna che il nostro corpo ci avrebbe dato, in assenza del Padre. E dobbiamo farlo, con tutte le nostre forze, lottando contro le tentazioni del peccato.
Giovanni Bernardi
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