Molti si fanno domande sugli stipendi dei preti, dei Vescovi, del Papa e su come vengono destinate le offerte che facciamo alla chiesa.
I dati che riportiamo risalgono al 2015 e prendono spunto dall’iniziativa esemplare di alcuni parroci di Bergamo, che decisero di usare il loro guadagno mensile per sostenere le spese dei disoccupati delle loro parrocchie.
Quell’inchiesta riportava che un prete (se insegna, riceve la stessa cifra, non di più e sicuramente non due stipendi) prende circa 1.000 euro netti al mese; un parroco arriva a 1.200 euro netti al mese; i Vescovi possono arrivare ad avere 3.000 euro netti al mese, a seconda della loro anzianità di servizio; gli Arcivescovi ricevono dai 3.000 ai 5.000 euro netti al mese; i Cardinali circa 5.000 euro netti al mese; il Papa riceve 2.500 euro netti al mese, più eventuali diritti d’autore, sui testi pubblicati e venduti.
Dopo aver appagato la curiosità di molti, in merito al guadagno dei preti, dei Vescovi e del Papa, ritorniamo allo spunto di partenza: i parroci di Bergamo (in tutto 800 parroci della Diocesi), diedero inizio ad un progetto, in favore delle famiglie bisognose.
Il loro denaro, secondo un’iniziativa del Vescovo Francesco Beschi -che donò personalmente circa 2.600 euro, contribuì -e contribuisce- ad avere un fondo cassa, da destinare a coloro che perdono il lavoro o, per vari motivi, non riescono più ad assicurarsi il necessario.
Ad ispirare il progetto fu Papa Bergoglio, che ha rinunciato in prima persona ai suoi compensi superflui e -ricordiamolo- ha anche abolito alcuni bonus per i dipendenti della Santa Sede; ha eliminato i gettoni di presenza per i 5 Cardinali della Commissione di Vigilanza dello Ior, per un totale di 25.000 euro all’anno.
Ricordiamo anche che, nel nostro Paese, la chiesa è sostenuta dall’8 per mille, che viene raccolto e distribuito dalla Cei. Oltre a questo, la chiesa riceve solo eventuali donazioni e offerte dei fedeli.
Antonella Sanicanti
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