Quante volte i genitori hanno ragione? Il fidanzato non piaceva ai genitori di Noemi

Forse le ultime speranze erano già morte qualche ora fa, quando, al Tg nazionale, avevano annunciato che il ragazzo di Noemi Durini sarebbe stato indagato per omicidio volontario.

Come era possibile, infatti -ci chiedevamo tutti– che un adolescente venisse accusato di omicidio, se la ragazza si stava ancora cercando?

Sapevano che non si avevano più notizie di lei da ormai 10 giorni e, l’ultimo ad averla vista, era stato proprio il suo ragazzo. Solo questo si sapeva, oltre al fatto che lui aveva guidato, senza patente, l’auto del padre.

Oggi è lui a portare i Carabinieri in campagna, nel luogo del ritrovamento e a dire: “L’ho uccisa!”.

Noemi aveva solo 16 anni e il suo carnefice 17. Era una bellissima ragazzina della provincia di Lecce ed ora, per mezzo delle mani di chi diceva di amarla, riposa tra i sassi all’interno di un pozzo (evento che ci richiama alla mente la tragica scomparsa di un’altra ragazza pugliese: Sarah Scazzi), di un luogo sperduto e buio, lontano dalla vita (dalla sua vita) e dalla famiglia che, invano, aspettava il suo ritorno.

Il corpo di Noemi era a Castrignano del Capo, nella località chiamata San Giuseppe, li, il suo fidanzato diciassettenne ha concluso il macabro racconto, iniziato giorni fa, con l’interrogatorio delle autorità competenti.

Pare che, quell’ultimo giorno, il 3 Settembre, si fossero incontrati all’alba. Lui aveva sempre sostenuto di averla lasciata presso il campo sportivo di Specchia, il loro paese.

Pare anche che i genitori di lei non avessero mai approvato il fidanzatino della figlia, ritenuto un tipo poco raccomandabile.

Ed avevano ragione, ma forse anche Noemi lo sapeva già. Forse il suo ultimo post su Facebook (che tutti potete trovare, sulla sua pagina ancora aperta), del 23 Agosto, alle 13:30, ne era la denuncia.

Ora fa male leggere quelle parole ed è inquietante che siano state riflettute da una giovanissima donna che non è più qui con noi:

Non è amore, se ti fa male. Non è amore, se ti controlla. Non è amore, se ti fa paura essere ciò che sei. Non è amore, se ti picchia. Non è amore, se ti umilia. Non è amore, se ti proibisce di indossare i vestiti che ti piacciono. Non è amore, se dubiti della tua capacità intellettuale. Non è amore, se non rispetta la tua volontà. Non è amore, se fai solo sesso. Non è amore, se dubiti costantemente della sua parola. Non è amore, se non si confida con te. Non è amore, se ti impedisce di studiare o di lavorare. Non è amore, se ti tradisce. Non è amore, se ti chiama stupida e pazza. Non è amore, se piangi più di quanto sorridi. Non è amore, se colpisce i tuoi figli. Non è amore, se colpisce i tuoi animali. Non è amore, se mente costantemente. Non è amore, se ti diminuisce, se ti confronta, se ti fa sentire piccola. Il nome è: abuso.

E tu meriti l’amore, molto amore. C’è vita fuori da una relazione abusiva. Fidati!”.

Quante parole e quanta saggezza; quanti spunti per saggiare un sentimento e quanta forza nel ritenerle veritiere; forse troppa per una donna innamorata, anche a 16 anni!

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