Padre Jozo, qual è il dono di Medjugorje?
I doni e i progetti divini rimangono sempre per noi un mistero, ma dai frutti prodotti possiamo in molti casi capirne lo scopo. Per esempio, dai frutti degli ultimi duemila anni si può comprendere lo scopo dell’incarnazione, resa possibile dalla scelta della Vergine Maria: un nuovo testamento, una nuova strategia della salvezza. L’Incarnazione ha ricondotto l’uomo nel centro della creazione e ha reso possibile che la grazia di Dio passi attraverso Cristo, attraverso l’uomo.
Ma veniamo all’oggi: si dice che l’umanità sta vivendo un tempo di grande crisi, ed è vero: ci sono tante difficoltà nella famiglia, nella scuola, nell’educazione, di fronte alle quali persino noi cristiani sembriamo aver perso le risposte, perché la mentalità comune ci ha influenzato, ha intaccato i valori della nostra fede. Tutto oggi è contro l’uomo, contro la natura: la politica, la scienza, l’informazione, con i mass media che sono inquinati come l’aria, come il cibo. Tutto è contro l’uomo: non possiamo dire che il Signore ha creato una mucca pazza, o una pecora malata… Il Signore non ha affidato il mondo così all’uomo. E triste constatare che l’uomo ha gestito male queste cose, che ha prodotto male. Ed è triste anche vedere che di fronte a tutto questo non diamo il massimo per porvi rimedio… il problema è che quando l’uomo esce dai suoi confini, non tiene conto del suo limite, perde di vista la sua missione e succedono cose gravi sulla terra.
Oggi vengono a Medjugorje uomini e donne da ogni dove: dal Giappone, dall’Indocina, dalla Corea e, segretamente e a rischio della incolumità, perfino dalla Cina. E ogni anno molti fra questi, che neppure erano cristiani, ricevono il battesimo.
Maria si è posta qui come luce delle genti, per risollevarci dai nostri problemi per aiutarci a sbrogliare le più differenti e ingarbugliate situazioni. E noi non possiamo far altro che dirle grazie, pieni di riconoscenza per questa donna per la gioia che ci ha donato con la sua presenza. A Lei, sempre obbediente al progetto del Padre, alla volontà di Dio, che anche in questo caso ha rinnovato con Gesù il suo «Eccomi, sia fatta la tua volontà».
La presenza fisica della Madonna in questo luogo. La Madonna in carne e ossa ha fatto visita alla parrocchia, fa visita alle case dei veggenti, come ha fatto visita a Elisabetta. Come in quella circostanza, anche a Medjugorje Maria si è fatta incontro con un saluto di pace con « Shalom». E come a Elisabetta, anche ai veggenti, alla gente di Medjugorje e, a tutti noi, Maria, attraverso quel «Shalom» ha trasmesso, ha iniziato la sua azione di grazia.
La sua presenza, poi, è presenza orante: attraverso il suo esempio costante Maria ci chiede di pregare. E se l’uomo risponde a questa chiamata e incomincia a pregare, qui immancabilmente per grazia riceve o rinnova il dono della preghiera. «Per grazia», perché la preghiera è un dono, e così è stato per noi della comunità parrocchiale: un grande dono.
Poi vengono i messaggi: essi servono per aiutarci a correggere i nostri errori, a mettere a posto le situazioni che abbiamo compromesso o lasciate in sospeso. Maria parla per ricordarci gli aspetti fondamentali per la vita cristiana e per il nostro futuro; ci ricorda la preghiera, i sacramenti come l’Eucaristia, la confessione, ci invita a leggere la Parola di Dio, ad aprirci alla conversione del cuore: aspetti senza i quali la Chiesa non esiste.
Come ha risposto il villaggio di Medjugorje in questi anni?
Che cosa Medjugorje ha fatto in vent’anni? Medjugorje ha pregato e ha fatto digiuno. Medjugorje ha imparato a inginocchiarsi davanti al Santissimo e alla Croce. Medjugorje è il luogo dove si trova la Madre celeste, dove si sente la Madre, dove l’uomo torna a Dio.
C’è chi dice che queste apparizioni sono un po’ lunghe… e che ciò è strano…
Ma come lunghe? Non lo sono affatto: ne abbiamo bisogno, e di più, perché la partita in cui ci giochiamo la nostra vita spirituale, fortunatamente, non è una gara cronometrica. Perché perdere tempo a chiedersi se le apparizioni sono o non sono lunghe: Maria è qui per indicarci la via, approfittiamone. Non è forse molto lungo il tempo necessario per disintossicare chi è diventato dipendente, «inquinato» dalla droga? Quanto ci vuole per purificare il suo sangue, per ricostruirne la mentalità, rimetterne in sesto il corpo e l’anima? C’è bisogno di tempo, c’è bisogno che Maria appaia.