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Promessa del calcio lascia tutto per diventare sacerdote

Quando Dio chiama non c’è nulla al mondo che possa trattenere. La storia di questo ragazzo lo dimostra in tutta la sua potenza. 

Samuel Piermarini – photo web source

Si chiama Samuel Piermarini, ed era considerato da tutti come una vera e propria promessa del calcio. Anche dalla Roma, che lo voleva portare in prima squadra, offrendogli così tutto ciò che oggi, purtroppo, i giovani sognano. Soldi, fama, successo. Ma lui ha capito che per la sua vita era stato scritto un capitolo ben più grande.

La grande sfida di Samuel, l’ha vinto rispondendo sì

Così ha deciso di rispondere alla chiamata che più lo avrebbe fatto felice. Non era la chiamata della squadra che ogni giovane sogna, ma quella del Signore. Così ha deciso di farsi prete. Domenica prossima, all’età di 28 anni, questo sogno verrà realizzato. Samuele è infatti uno dei nove diaconi che domenica prossima saranno ordinati sacerdote dal Papa.

Al momento si trova in ritiro spirituale in un monastero fuori città. Ai giornali spiega che non vive ansia, ma “un’emozione positiva, la verità è che mi sento felice e non vedo l’ora di cominciare“. Per un giovane abituato a vivere l’ansia della prestazione sportiva, è di certo una situazione insolita. Per un figlio di Dio che ha ricevuto la chiamata dal Signore, è l’attesa più bella che possa mai desiderare.

Samuel continua a giocare, ma nella squadra del clero

Tuttavia, a 28 anni, Samuel non ha di certo smesso con il calcio. “Eh no, chiariamo: io sono sempre un portiere“, dice ai quotidiani. Infatti negli anni di formazione sacerdotale si è senza dubbio distinto all’interno della “Clericus Cup”, vale a dire un particolare torneo del Centro sportivo italiano nel quale si sfidano sacerdoti e seminaristi pontifici, indossando la maglia del “Redemptoris Mater”.

Quando i giallorossi desideravano averlo tra le proprie fila, Samuel indossava la maglia dell’Ostia mare, nel ruolo di portiere, categoria allievi. Un giorno, a soli diciassette anni, arriva a casa l’invito della Roma. “Cercavano un sostituto del secondo portiere, infortunato, e mi invitavano al provino”, spiega.

La scelta dirompente che sconvolse tutti

Tra test e allenamenti, passò una settimana a cercare di convincere gli osservatori a fargli guadagnare nel posto. Ma nel suo cuore si stava facendo strada un ben altro obiettivo. Il caso volle, però, che quel provino lo superò effettivamente. La Roma scelse proprio lui per il ruolo di secondo portiere. La sua risposta non è arrivata da un impulso razionale, dettato dalla ragione. Ma da un moto emotivo, di cuore. Disse no, grazie.

Quel posto non lo aveva davvero conquistato. “Sentivo che non ero chiamato a fare questo, ecco. La mia vita, la mia vita intera, stava altrove. Avevo una fidanzata, la scuola, il calcio, gli amici che mi dicevano: ma che hai fatto? Ma c’era quella domanda, in me: Signore, non è che mi stai chiamando a un’altra vita?”.

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Samuel Piermarini – photo web source

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Chi ha ascoltato la sua storia non ha esitato a vedere nel suo gesto quella che è una vera chiamata alla vita nel Signore, la grande vocazione al sacerdozio. Insomma, per rifiutare quello che per molti sembra essere la massima aspirazione, diventare ricco e famoso, un calciatore di serie A, bisogna avere il cuore davvero aperto al Signore. Samuel ha capito cosa conta davvero e ha fatto la sua scelta. 

“Quello è stato l’inizio del discernimento. I preti che avevo incontrato e vedevo felici”, sono le parole del giovane riportate dal Corsera. “I racconti del missionario messicano Bernardo Torres che domenica mi metterà la casula. Due anni di missione in Brasile, gli anni del seminario. E i sei mesi come diacono a fianco del parroco don Francesco Zanoni, a San Giovanni Battista de la Salle, all’Eur, un’esperienza bellissima”.

Giovanni Bernardi

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