Siamo abituati -o no- a fare un esame di coscienza, prima di addormentarci, per esaminare come abbiamo agito, durante la giornata appena trascorsa?
Qualche tempo fa, proprio Papa Francesco, in una delle sue omelie, ci fece riflettere -e mai dovremmo dimenticarlo- sul fatto che il demonio può disporre di un’infinita pazienza, nel tentarci ed attendere le nostre cadute.
Lo fece, del resto, anche con Gesù, nel deserto, ma pure prima che morisse in croce, quando avrebbe potuto rifiutarsi di sacrificarsi in quella crudelissima morte.
Ed ecco in cosa si esprime la pazienza del demonio, nell’attendere che noi, per la debolezza della natura umana, cediamo, per evitare la prova più insopportabile: lo svilimento di fronte al mondo.
Siamo capaci di resistere? Di rimanere sempre vigilanti per non lasciarci ingannare?
L’esame di coscienza ci fa rispondere, nell’intimo, alla domanda: “Cosa è accaduto, oggi, nel mio cuore? Cosa è successo? Quali cose sono passate attraverso il mio cuore?”
Questo, senz’altro, “ci aiuterà a difenderci da tante cattiverie, anche da quelle che noi possiamo fare, se entrano questi demoni, che sono furbissimi, e alla fine ci truffano tutti”.
Antonella Sanicanti
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