Una bellissima Signora appare ad una donna molto povera e il suo cestino si riempie di pane fresco: in quel luogo uno storpio guarirà.
Sul finire del 1500, una donna molto povera di nome Clarice che abitava nella città di Molare (Alessandria), stava portando un po’ di erbe cotte al marito, un taglialegna. Mentre camminava, però, a un tratto vide in una signora bellissima. Ella le chiese un po’ di pane. “Un pezzo di pane per il mio bambino”, domandò.
Clarice però, affranta, le rispose: “Signora, io non ho pane; porto solamente un piatto di erbe cotte a mio marito, che si trova su in montagna a tagliare legna”.
La signora le disse di guardare meglio all’interno del suo cestino. “Aprite il canestro e troverete del pane fresco”. Clarice non capiva, e allora guardò meglio. Vide che il suo cesto era pieno di pane freschissimo. Quella Signore che Clarice aveva incontrato per la strada, infatti, era la Madonna.
Prima di sparire, la Vergine chiese alla donna di fare edificare una chiesa da dedicare a Lei. “Và a Molare e dì a tutti che qui desidero una Chiesa a mio nome. Qui porrò un trono di grazie”, disse Maria alla donna. Presto il suo racconto si diffuse tra i compaesani.
Tra essi, vi era anche uno storpio, che disse: “Conducetemi sul luogo. Se è Maria, mi guarirà!”. Così l’uomo, arrancando sulle sue grucce fino al luogo in cui Maria era apparsa, supplicò la Vergine con tutte le sue forze e con tutto il suo cuore affinché lo guarisse dalla sua malattia. Subito la Madonna volle concedergli questa guarigione.
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O dolce Vergine Maria,
Tante miserie, o Maria, ci affliggono:
mancanze d’amore, di pace,
di salute, di sicurezza, di fede,
e di tutto ciò che tu ben sai,
o provvida Madre.
Ognuno di noi ha nel cuore una grazia da chiederti.
Ti preghiamo,
anche laddove non riusciamo a esprimerci,
e per tutti coloro che non sanno pregare.
Ascolta il nostro cuore ferito e stanco:
donaci quel pane fresco di cui tanto abbiamo bisogno,
ognuno con la sua particolare necessità.
Donaci la guarigione profonda da tutte quelle infermità
che ci impediscono di vivere nella gioia dei figli di Dio.
E soprattutto, donaci, o Madre, l’abbraccio del tuo Gesù,
Amen.
Ave Maria
Elisa Pallotta
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