Bernadette Soubirous è una delle ultime cui la sapienza umana farebbe appello per portare un messaggio celeste, il Signore invece sceglie proprio lei.
Giovanissima, appena quattordicenne. I suoi genitori sono poverissimi. La miseria la sottrae al catechismo e la immerge in un’ignoranza che la fa ritenere stupida. Persona mite ed umile. Sarà il terreno su cui germoglierà una splendida spiritualità mariana!
La più umile delle fanciulle per la più grande tra le madri.
“Non si lagnava di nulla. Sempre docile. Mai una risposta cattiva. Eppure n’aveva di motivi per lamentarsi!”; commenta Marie Laguës, che fu la balia di Bernadette. “La Signora ha scelto me perché non ne ha trovata una più povera e ignorante”, sono parole della stessa Bernadette. Fin dall’età di sei anni la sua salute è gravemente compromessa, soffre di un’asma che non la lascerà fino alla morte. Dopo la prima apparizione, è così stupita per quello che le è successo, che riesce a dire solo: “Ho visto qualcosa di bianco che aveva la forma di una signora”. Una frase così semplice e dolce esprime che sinceramente non si rende conto della grandezza del Mistero e del dono che sta ricevendo!
Ad ogni apparizione Bernadette prega in ginocchio, mani giunte, rosario tra le dita; il viso, dal quale grondano lacrime, è raggiante; sembra essere in un altro mondo. Lo stesso abbè Glaire, il signor curato, ne conserverà un avvenente ricordo: “Bernadette, sgranando il suo rosario, muoveva appena le labbra, ma dal suo atteggiamento, dal tratto del viso, si vedeva che la sua anima era rapita… Il sorriso superava ogni espressione. L’artista più abile, l’attore più consumato non potrebbero mai riprodurne il fascino e la grazia! … Impossibile immaginarsi! … Quel che mi colpì fu la gioia che le si dipingeva sul viso.”.
Ancora il curato la descrive: “Solo Bernadette vedeva l’apparizione, ma tutti avevano come la sensazione della sua presenza… Rispetto, silenzio, raccoglimento regnavano dappertutto… Oh, come si stava bene là! Credevo di essere nell’anticamera del paradiso”. Questa fanciulla angelica incontra l’opposizione dei più: i genitori, che temono la rovina, le suore a scuola che per prime l’accusano d’essere folle; e lei fin risponde con calma, sicurezza e pertinenza. La Vergine che Bernadette chiama Aquerò le chiede di recarsi per 15 giorni alla grotta; la notizia si diffonde. Le autorità, civili prima, religiose poi, cercano di intervenire. La giovinetta è interrogata più volte: dal commissario, il maresciallo, il procuratore, il curato.
Una ragazzina qualunque sottoposta ad interrogatori così serrati, probabilmente sarebbe scoppiata in lacrime, e forse avrebbe cercato di dimenticare. Ma Bernadette sempre si pone con molta calma, anche quando è minacciata di essere messa in prigione. Dice: “Non ho paura, se mi ci mettono dovranno pur tirarmene fuori”. Ripetutamente le sono chieste le sembianze della signora; ella risponde con tono forte, ingenuo ma senza timidezza fino ad affermare che per lei è impossibile negare ciò che ha veramente visto.
Il 21 febbraio il commissario vieta a Bernadette di recarsi alla grotta. Il giorno seguente, ella attratta da una forza irresistibile, disobbedisce e si reca alla Grotta; dove tuttavia l’apparizione manca. Il 25 febbraio, Bernadetta alla grotta compie esercizi ripugnanti, bacia la terra, scava nel fango, mangia l’erba. L’entusiasmo crolla. Nuovo interrogatorio. La grotta è di nuovo preclusa. L’indomani l’apparizione manca.
Il numero delle persone che si recano con Bernadette alla grotta aumenta, pellegrini di speranza pregano con la giovane. Madri portano i loro figli malati, e ad una di queste, Bernadette, dice: “Andate a farlo lavare alla fonte, io pregherò per lui”. Ha una sorta di autorità che nessuno le conosceva. Una sorta di grazia la tiene calma, indifferente al fervore che l’assedia sempre più. Trascorsi i quindici giorni la vita di Bernadette torna alla consuetudine. Ancora non sa chi fosse quella fanciulla. La mattina di giovedì 25 marzo sente una forte spinta ad andare alla grotta, è un’attrazione che sa di promessa.
È in questo giorno che la Santa Vergine si rivela: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Bernadette corre dal curato, al quale grida: “Io Sono l’Immacolata concezione”. Il signor Curato sotto shock le chiede se conosce il senso di ciò che dice. Bernadette ancora ignora la grandezza del mistero che le è stato rivelato. Sarà negli anni seguenti che maturerà la coscienza di ciò che ha vissuto. Nella semplicità di cuore ha accolto un dono ineffabile.
O Vergine Immacolata, Madre di Misericordia, salute degli infermi, rifugio dei peccatori, consolatrice degli afflitti, Tu conosci i miei bisogni, le mie sofferenze; degnati di volgere su di me uno sguardo propizio a mio sollievo e conforto.
Sei apparsa nella grotta di Lourdes, che è diventata un luogo privilegiato, da dove diffondi le tue grazie, e già molti infelici vi hanno trovato il rimedio alle loro infermità spirituali e corporali.
Anch’io vengo pieno di fiducia ad implorare i tuoi materni favori; esaudisci, o tenera Madre, la mia umile preghiera, e colmato dei tuoi benefici, mi sforzerò d’imitare le tue virtù, per partecipare un giorno alla tua gloria in Paradiso. Amen.
3 Ave Maria
Nostra Signora di Lourdes, prega per noi. Sia benedetta la Santa ed Immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria, Madre di Dio.
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