Prandelli: l’amata moglie morta, il suo rapporto con la fede e la confessione sul Purgatorio

L’ex allenatore della Nazionale italiana di calcio torna a parlare in un’intervista della morte della moglie e del suo rapporto con la fede cattolica. Ma c’è spazio anche per una confessione sul Purgatorio.

Cesare Prandelli
Cesare Prandelli ha allenato la Nazionale dal 2010 al 2014 (Foto Facebook @Cesare Prandelli) – lalucedimaria.it

Lo scorso 19 agosto Cesare Prandelli ha compiuto 68 anni. Per gli amanti del pallone il mister bresciano (di Orzinuovi) è soprattutto il tecnico che ha portato la Nazionale italiana alla finale degli Europei di calcio nel 2012. 

Nella vita dell’ex coach azzurro non sono mancati i momenti neri, nerissimi. Eventi che segnano per sempre la vita. Come la morte dell’amore della sua vita: la moglie Manuela, deceduta nel 2007 a 45 anni a causa di un cancro al seno scoperto alla fine degli anni Novanta.

Una dura prova che l’allenatore – all’epoca alla Fiorentina – ha affrontato con l’aiuto della fede. In più occasioni Cesare Prandelli ha dichiarato di essere cattolico e di aver chiesto aiuto a Dio negli anni della malattia della moglie.

Di recente l’ex allenatore – che a marzo 2023 ha annunciato il ritiro a due anni dall’ultima panchina – è tornato a parlare dell’amata sposa e del suo rapporto con la fede in un’intervista rilasciata al settimanale DiPiù. Quando Manuela si ammalò di tumore, la fede per Prandelli fu come un’ancora di salvezza.  

La fede di Mister Prandelli nel momento della malattia della moglie

«Oltre alle cure urgenti dei medici, ci affidammo a Dio – racconta l’ex tecnico azzurro – Siamo stati anche a Calvi dell’Umbria, da fra’ Elia, fondatore della comunità Apostoli di Dio. Non lo dimenticherò: con le sue parole, i suoi gesti, ci diede una mano per affrontare la malattia. E la fede, nella nostra battaglia contro il male, è stata importantissima. Del resto abbiamo sempre creduto in Dio. Senza cedimenti».

Cesare e Manuela Prandelli
Cesare Prandelli e la moglie Manuela, morta nel 2007 (Foto Facebook @Web Univers) – lalucedimaria.it

«Manuela – prosegue Prandelli – non si arrese mai: ebbe una forza, un coraggio straordinari e per un anno e mezzo le cose migliorarono». La recidiva arrivò mentre Cesare allenava la Roma. «Non la potevo lasciare da sola a combattere e lasciai il mio lavoro». 

Il 26 novembre 2007 la malattia si portò via Manuela. Un addio commovente che portò Prandelli a distaccarsi un po’ da tutto e da tutti. Ma non dalla fede. «Non ero arrabbiato con Dio», spiega l’ex ct della Nazionale. «Il nostro fu un dramma vissuto in maniera serena. In quel momento il mio pensiero principale era fare crescere i nostri figli, Niccolò e Carolina, in maniera equilibrata. Anche in questo, la fede aiuta».

La preghiera di un allenatore e il Purgatorio secondo Prandelli

Quando Manuela morì, «tra di noi parlavamo spesso della loro madre, della convinzione che un giorno ci ritroveremo tutti insieme nell’Aldilà». Quanto al rapporto personale con Dio, la preghiera serale è un appuntamento fisso per Prandelli: «Prego per ringraziare Dio, l’ho sempre fatto. La preghiera è soprattutto una forma di ringraziamento. Dico il Padre Nostro e l’Ave Maria. Comincio da lì. Poi rivolgo spesso un pensiero alle persone che stanno lottando contro un brutto male. Io quando prego, invece, non chiedo niente per me. Sarà Lui, sarà Dio a scandire le priorità della mia vita». 

Cesare Prandelli
Il rapporto dell’ex allenatore dell’Italia con la preghiera: un filo mai interrotto (Foto Instagram @2csrp) – lalucedimaria.it

Da quando ha lasciato il mondo del calcio Mister Prandelli vive tra Orzinuovi, Firenze e Bologna e si dedica ai cinque nipoti. «Vederli sorridenti mi fa stare bene. Spero che dall’alto dei cieli la mia Manuela sia soddisfatta di come stanno crescendo… ».

Cresciuto in una famiglia di credenti, Cesare Prandelli ha conosciuto papa Francesco ed è anche devoto al Poverello di Assisi. È sua convinzione che tutti debbano fare un passaggio in Purgatorio prima di andare in Paradiso. «Scherzando lo dico sempre anche alla mamma, che è convinta di andare in Paradiso: “Il Paradiso può aspettare, prima devi passare dal Purgatorio…”. Anch’io farò un passaggio da quelle parti. Poi spero di incontrare la mia Manuela. In Paradiso».

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