Nelle ultime settimane, abbiamo assistito a molti tentativi, atti a giustificare o a scaricare le responsabilità degli addetti ai lavori, delle autorità ministeriali preposte al controllo e al collaudo delle strutture autostradali e sono state riesumate, addirittura, le relazioni dell’ingegnere Riccardo Morandi che, ideatore del ponte, già negli anni settanta, lo riteneva pericolane.
In queste ore, apprendiamo dai vari Tg che il decreto legge Genova sul ponte Morandi è stato stoppato.
Un beffa, dunque, per tutti coloro che avevano creduto alle promesse del Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli.
Assicurava che sarebbero state prese, finalmente, delle decisioni, in merito alla ricostruzione del ponte e alla rimozione dei suoi tronconi, rimasti sospesi sulle teste dei condomini sfollati della città.
Il Ministro ribadiva, tra l’altro: “L’obiettivo è far ripartire una delle città più importanti del nostro paese”. Il nuovo ponte? “Spero già nel Novembre 2019, penso sia già possibile avere il nuovo ponte”. “Autostrade non metterà neanche una mattonella nella ricostruzione del ponte, ma dovrà pagare”. “Il ponte lo ricostruirà lo Stato”. “Accanto a Fincantieri, ci sarà probabilmente Italferr, che da decenni fa attività di ricostruzione”.
“Nel decreto legge sarà sancito, come da convenzione, l’obbligo di Autostrade a pagare la ricostruzione del Ponte”.
“Molto corposo, un super decreto per Genova che conterrà, tra l’altro, un aiuto alle famiglie in tema di mutui e agevolazioni fiscali per le imprese”.
Eh già! Come stanno, oggi, le famiglie sfollate? Non bene, perché aspettano ancora di poter rientrare in casa, almeno per recuperare tutti i loro averi.
A lei, hanno permesso per qualche attimo di rientrare il casa, con l’aiuto dei Vigili del Fuoco:
Tra un mese saremo ancora qua, a valutare gli sviluppi della situazione. Per ora, con grande rammarico, possiamo dire di avere solo una certezza, espressa dalle parole dello stesso Ministro Danilo Toninelli: “Il crollo del Ponte Morandi non è dovuto a tragica casualità, ma a una mancata manutenzione che spettava ad Autostrade per l’Italia”.
Antonella Sanicanti
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