Pippo Franco, è stato un comico di molte commedie sexy all’italiana. E’ stato conduttore del celebre programma “Il bagaglino”.
Attualmente recita in teatro, nei più importanti teatri d’Italia.
Signor Pippo, lei nel 1985 ha conosciuto per la prima volta Natuzza Evolo, proprio nel periodo in cui sua moglie rimase incinta del suo primo figlio.
Che ricordi ha di quell’incontro?
Del nostro primo incontro con Natuzza, ho un ricordo molto vivo, come del resto, di tutti gli altri incontri.
Abbiamo vissuto una lunga esistenza, costellata da lei. La prima volta che siamo andati da Natuzza, mia moglie rischiava di perdere il figlio che aspettava.
Eravamo con una compagnia teatrale, in un momento molto difficile. L’impresario era scappato con la cassa e non sapevamo come fare.
Noi lavoravamo nelle vicinanze di San Francesco di Paola, e dovevamo passare vicino dove stava Natuzza che era distante circa 80 km.
Siamo andati in quel Santuario a chiedere una grazia, poi il giorno dopo siamo arrivati da Natuzza e abbiamo bussato alla sua porta.
La sera avevamo un appuntamento con uno dei suoi figli, che già conoscevamo.
Natuzza c’ha aperto la porta e ci ha dato appuntamento il giorno dopo, in un altro posto. Quando la sera siamo andati dal figlio di Natuzza, lui si era meravigliato perché diceva che sua mamma non apre mai a nessuno. Ci sembrò strano anche a noi.
Il giorno dopo Natuzza ci ha ricevuto e ci tenne tutta la mattinata con lei. Abbiamo pregato con lei, abbiamo anche chiesto delle rassicurazioni e anche cercare di capire cosa fare. Perché tutte le sofferenze, a parte quelle fisiche, si manifestano quando non sai cosa fare.
Abbiamo seguito Natuzza, sapevamo che lei vedeva la Madonna, Gesù e tutte le realtà inimmaginabili. Alla fine ci ha congedato con una rassicurazione, dicendo che le cose sarebbero andate bene. A noi questa risposta, ci sembrò un po’ poco.
Poi stranamente, le cose cominciarono a migliorare, siamo tornati a Roma. Mia moglie ha partorito il nostro primo figlio, che adesso è meraviglioso, ha 28 anni e poi ne è nato un altro.
Lei ha scritto un libro dal titolo: “La morte non esiste”. In questo libro lei fa un affermazione, dicendo: “Noi siamo esseri umani in cerca di un esperienza spirituale, ma esseri spirituali in cerca di un esperienza umana”.
In che senso? Ci spieghi meglio.
E’ un ribaltamento di visione della vita. Nel senso che, per chi ha fede, per chi vive in questo mondo in simbiosi con il divino, non può non ribaltare interamente la situazione.
Benedetto XVI, parlava dei problemi della secolarizzazione che consistono nel fatto che, l’uomo vive soltanto per rispondere ai bisogni del suo “io”.
La visione di questa affermazione, significa esattamente che bisogna distinguere la realtà dall’illusione.
L’illusione è questa nostra vita, dove non c’è nulla di definito. Mentre la vera vita è quella eterna. Noi siamo il nostro spirito, non siamo soltanto il nostro corpo che nasce per percepire il divino. Noi siamo, lo spirito eterno che è già in noi. Quella è la nostra parte più importante.
Prima d’incontrare Natuzza, che cristiano era?
Ero un cristiano anomalo. Mia mamma da piccolo, m’insegnò a recitare la preghiera dell’Angelo Custode, che mi è rimasta nel cuore. E’ stata la mia prima preghiera.
Ho avuto da subito un rapporto con questa forza, che ho iniziato a percepire fin da bambino.
Da piccolo, ho iniziato a conoscere ancora meglio, questa forza al di fuori di noi. Io pensavo che la sentissero tutti.
Man mano che crescevo, sono andato avanti e ho capito che si trattava di spirito. L’artista non può non tenere presente, che la creatività viene dall’esterno.
Tutto quello che noi facciamo è il nostro spirito che ci informa.
Dopo una lunga fatica, è cominciato ad arrivare il successo che è stato sempre crescente.
Durante il primo periodo di successo, mi sono un po’ allontanato, non in quanto non l’avessi dentro, ma è come se non avessi tempo da dedicargli: non andavo a messa e non seguivo le cose che adesso nella mia vita sono sostanziali.
Poi verso i 41 anni, lo Spirito mi si è prepotentemente presentato, e da quel momento è iniziata la parte migliore di me.
Oggi che valore e che posto occupa, la preghiera nella sua vita?
E’ fondamentale, nel senso che, quando sono andato per la prima volta da Natuzza, io ero angosciato. Mia moglie recitava con me, e in quel periodo stavamo recitando una commedia divertente. Per l’inquietudine che avevo dentro, non sapevo come affrontare il pubblico quella sera.
Natuzza mi disse una cosa che mi è rimasta per sempre impressa: “Voi dite a Gesù: Gesù vai avanti tu”.
Lei riesce a condividere la sua fede, con quelle persone che sono lontane da Dio?
Io ritengo che ciascuno di noi abbia una missione da compiere. Bisogna capire per quale segmento della vita noi lavoriamo.
Io credo di poter e di dover lavorare bene, su quella categoria di persone, che corrispondono agli indecisi, perché non sono in grado di poter testimoniare la presenza del divino, con chi non ci crede.
Mentre, sono portato a lavorare bene come comunicatore a tutti questi contenuti, a quella categoria di persone che sono gli indecisi.
Gli indecisi hanno una particolarità: se vanno con un ateo, diventano completamente atei. Mentre se frequentano qualcuno che crede, hanno buone probabilità di credere anche loro.
Ho visto molte cose nella mia vita di questo genere e spesso sono riuscito a raggiungere l’obiettivo.
A Natuzza, la Madonna ha richiesto di fare dei “cenacoli” di preghiera. Lei, oggi fa parte di qualche cenacolo di preghiera?
Frequento molti Padri carismatici, a Roma andiamo spesso in un cenacolo di preghiera di Natuzza. Faccio parte di un gruppo che si chiama “Rinnovamento nello Spirito”, il cui dirigente è Salvatore Martinez che vive ad Enna.
Il centro di questa realtà è proprio in Sicilia, dove sono presenti 300 mila persone che sono dirette da 3 coordinatori che a loro volta agiscono sugli altri.
Quando ci raduniamo, siamo 20-25 mila e spesso ci raduniamo negli stadi, quello di riferimento è lo stadio di Caltanissetta.
Sono giornate molto belle che durano 3-4 giorni. C’è un orchestra di 100 elementi, che suona sul palco, ci sono messe, catechesi, testimonianze. Alla fine ci si arricchisce veramente molto, si capisce che si fa parte di una realtà, che ci rende esseri spirituali.
Sappiamo che la Madonna appare a Medjugorje da 36 anni. Lei è mai stato a Medjugorje?
Si sono stato a Medjugorje, ma non solo. Lavoro quando posso e quando mi da la possibilità di farlo, per una delle veggenti di Medjugorje che si chiama: Marija Pavlovic. Lei vede la Madonna tutti i giorni.
Più di una volta, mi è capitato di assistere all’apparizione ed ogni volta è un grandissimo privilegio.
La prima volta mi è successo, a casa sua, a Medjugorje. Lei ha una casa con dentro una piccola chiesa, che ospita circa 80 persone.
Anche lì ho assistito all’apparizione della Madonna.
In legame con Medjugorje, ormai è stabilito. Continuamente la Madonna, da dei messaggi. Io sono aggiornato sempre, perché me li mandano alcuni sacerdoti, nel momento in cui sono appena usciti.
La cosa che mi sento di dire è questa: ho sentito dire a qualche persona, non spiritualizzata come noi, che i messaggi della Madonna sono tutti uguali. Colgo l’occasione per precisare che è l’esatto opposto.
Sono uguali per chi non sa leggere e vive di cecità spirituale. Ogni volta che li leggo, è come se in quel momento avessi quel preciso problema.
La Madonna è una donna, senza retorica, parla direttamente al cuore delle persone.
Servizio di Rita Sberna
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