Un fratello che chiede verità e giustizia per sua sorella, e che si rivolge direttamente al Santo Padre. Questi è Pietro Orlandi.
“I Papi non portino con sé nella tomba, se sanno qualcosa sulla scomparsa di Emanuela”. Con queste parole, Pietro Orlandi si rivolge a Papa Francesco e a Papa Benedetto.
Una richiesta quasi di aiuto quella che Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, scomparsa ormai più di 36 anni fa proprio dalle mura Vaticane, fa sia a Papa Francesco che al Papa Emerito, Benedetto XVI: “Il mio appello a fare giustizia e a darci verità lo rivolgo non a Francesco, Papa che so essere chiuso nei confronti della vicenda di Emanuela, ma a Ratzinger, che ancora indossa la veste bianca”.
Pietro, in un’intervista riportata dal quotidiano Huffington Post, decide di rivolgersi direttamente al Papa Emerito: “È ancora Papa Benedetto ed era vicinissimo a Giovanni Paolo II: ora, che a 93 anni si avvicina al Padre, se sa qualcosa, abbia un rigurgito di coscienza e lo dica, non si porti segreti nella tomba come Wojtyla”.
La chiusura di Papa Bergoglio sulla vicenda non è piaciuta al fratello di Emanuela, il quale ha deciso di rivolgersi a Benedetto XVI. Un gesto inusuale, una richiesta di aiuto, ma soprattutto di verità. Una verità che da troppi anni, giace sepolta dietro le mura del Vaticano.
Proprio per non far perdere mai l’attenzione sulla vicenda, Pietro Orlandi ha organizzato ieri sera un sit – in in piazza Sant’Apollinaire, cioè il luogo in cui scomparve Emanuela. “Tanti sono stati i momenti di illusione che abbiamo vissuto in questi 37 anni. In particolare quello del 1993, 10 anni dopo la scomparsa di Emanuela, quando io e i miei genitori partimmo convinti, verso il Lussemburgo, per andare a riprenderla”.
Non si può lasciare inascoltato l’appello di un fratello che chiede solo verità. Sperando che il Santo Padre apra nuove indagini sull’accaduto.
ROSALIA GIGLIANO
fonte: huffingtonpost.it
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