Il piccolo Einstein smonta le teorie del professore ateo

 

 

 

Tempo addietro vi abbiamo riportato una notizia riguardante Antonino Zichichi, il famoso scienziato ha più volte manifestato la sua fede e difeso l’esistenza di Dio dall’assenza di prove empiriche ne dimostrino l’esistenza, il concetto fondamentale della sua osservazione prevede che nessuno strumento umano può essere in grado di dimostrarne l’esistenza e che, per tanto, il fatto che la scienza non ne dimostri l’esistenza non comporta l’assenza di Dio o di un Dio.

 

In quella occasione vi abbiamo parlato anche del pensiero a riguardo di una delle menti scientifiche più brillanti dello scorso secolo, Albert Einstein, a lui si deve la fisica moderna eppure nemmeno lui aveva dubbi sull’esistenza di Dio. A tal proposito c’è un aneddoto che è insieme una dimostrazione del genio innato del fisico tedesco e della sua fede di cui vi vogliamo fare partecipi.

 

Un giorno, durante una lezione di fisica in classe, il professore gli chiese se credesse in Dio, questo rispose prontamente si. A questo punto il professore chiede ad Albert se credesse nel bene e nel male, anche a questa risposta il giovane Albert non poté che rispondere affermativamente. Così, seguendo il suo ragionamento il professore gli chiese se provenendo tutto da Dio anche il male ne facesse parte, a questa domanda il piccolo rimane interdetto ed il professore allora incalza dicendo: “Credi in Gesù Cristo?” Albert risponde affermativamente, ma questo gli fa notare che in questo sbaglia e gli dice che non può dimostrare quello in cui crede, ecco com’è andata:

 

“La scienza afferma che hai cinque sensi per identificare e osservare il mondo che ti circonda. Hai mai visto Gesù?’

 

‘No, signore. Non l’ho mai visto’.

 

‘Allora dicci, hai mai udito il tuo Gesù?’

 

‘No, signore…’

 

‘Hai mai toccato il tuo Gesù, assaggiato il tuo Gesù o sentito il suo odore? Hai mai avuto una percezione sensoriale di Gesù Cristo, o di Dio, per quel che importa?’

 

‘No, signore, purtroppo.’

 

‘Ma continui a credere in lui?’

 

‘Sì’.

 

‘Secondo le regole del protocollo empirico, testabile e dimostrabile, la scienza afferma che il tuo Dio non esiste… Che cosa mi dici a riguardo, figliolo?’

 

‘Niente’, replica lo studente… ‘Io ho soltanto la mia fede’.

 

‘Sì, la fede’, ripete il professore. ‘E quello è il problema che la scienza ha con Dio. Non ci sono prove… solo la fede”.

 

 

 

A questo punto Einstein rimane interdetto ed in silenzio per qualche istante, poi parte all’attacco e chiede al professore se il caldo esiste, questo risponde che ovviamente esiste e lui incalza chiedendogli se esiste anche il freddo, anche in questo caso il professore risponde di si, ma Albert gli fa notare come non ci siano modi di registrare il freddo ma solo gradi di calore emessi dai corpi e dall’ambiente e che lo zero assoluto (-458 gradi) altro non è che l’assenza di calore.

 

Allo stesso modo il piccolo Einstein chiede al professore se esiste il buio, questo meccanicamente risponde si, ma anche in questo caso lui gli fa notare che è in errore perché anche il buio, come il freddo, altro non è che un assenza di luce. Il professore tra lo stupore e l’incredulità chiede allo studente dove volesse andare a parare e questo gli dice che il suo modo di pensare era imperfetto perché partiva da un dualismo che in realtà non esiste e gli spiega il motivo: “Sostiene che c’è la vita e di conseguenza la morte; un Dio buono e un Dio cattivo. Sta vedendo il concetto di Dio come qualcosa di finito, qualcosa che si può misurare. Signore, la scienza non è in grado di spiegare neanche il pensiero”.

 

Dopo aver mostrato i limiti della sua argomentazione Eistein ribalta il ragionamento di analisi empirica che secondo il professore avrebbe evidenziato l’inesistenza di Dio e gli dice:

 

“Ora mi dica professore… Lei insegna ai suoi studenti che essi discendono da una scimmia?’

 

‘Se si riferisce all’evoluzione naturale, giovanotto, sì naturalmente’.

 

‘Ha mai osservato l’evoluzione con i suoi occhi, signore?’

 

Il professore inizia a scuotere la testa, ancora sorridendo, appena si rende conto dove sta approdando la questione. Un ottimo semestre, davvero.

 

‘Siccome nessuno ha mai visto il processo evolutivo e non può neanche provare che questo processo sia continuo, non sta insegnando una sua opinione, signore? Adesso non è uno scienziato, bensì un predicatore?’

 

La classe è in subbuglio. Lo studente rimane in silenzio finché non si placa l’agitazione. ‘Per continuare con quanto stava dicendo prima all’altro studente, lasci che le faccia un esempio su ciò che voglio dire’. Lo studente volge uno sguardo alla classe. ‘Qualcuno ha mai visto il cervello del professore?’ La classe scoppia a ridere. ‘C’è qualcuno che ha mai udito il cervello del professore, sentito il cervello del professore, toccato o percepito il cervello del professore? Nessuno sembra averlo fatto. Quindi, secondo le leggi del protocollo empirico, stabile, dimostrabile, la scienza afferma che lei è non ha cervello, con tutto il dovuto rispetto, signore’. ‘Quindi se la scienza afferma che lei non ha cervello, come possiamo avere fiducia nelle sue lezioni, signore?”.

 

Il professore umiliato ed attonito è costretto ad ammettere che si può avere, anzi si deve avere fede, ed è a questo punto che il giovane Einstein smonta definitivamente la precedente affermazione del professore che sosteneva che il male fosse stato creato da Dio, facendogli capire come questo in realtà esattamente come il buio ed il freddo era assenza, “Assenza di Dio nell’uomo”.

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