Perché durante la Messa diciamo: “O Signore, non sono degno”?

Quando partecipiamo alla celebrazione eucaristica, pronunciamo diverse formule ma spesso, non siamo consapevoli del loro reale significato. Per esempio di questa in particolare. 

Una di queste è quella che si ripete, prima di accostarci alla Santa Eucarestia e che dice: “O Signore, non sono degno di partecipare alla tua Mensa”.  Ma cosa vuol dire realmente?

sacerdote innalza l'eucarestia
photo web source

Il perché di alcune frasi a Messa

Ogni domenica, Gesù ci invita alla sua mensa, per cibarci del suo copro e del suo sangue. Lui stesso si dona ad ognuno di noi, senza chiedere nulla in cambio. Ma noi, siamo degni di questo invito? Cristo sa che siamo peccatori e che, alcune volte, abbiamo anche vergogna di ammetterlo ed accostarci al Sacramento della Riconciliazione.

Ma lui, nonostante tutto, ci invita comunque, anzi: “ci prepara il posto”, per essere tutti lì riuniti, nella sua Messa, attorno alla sua Mensa, sia quella della Parola che quella dell’Eucarestia.

Perché diciamo “Non sono degno”?

E, proprio durante la celebrazione della Santa Messa, noi fedeli pronunciamo alcune frasi. Una di queste è: “O Signore, non sono degno/a di partecipare alla tua Mensa”. Cosa vuol dire? Un sacerdote risponde a questa domanda.

“E’ una formula che fa parte dei Riti di Comunione della Celebrazione Eucaristica […] L’Ordinamento Generale del Messale Romano, parlando dei riti di comunione, al numero 84 indica il senso preciso di queste parole “…il sacerdote mostra ai fedeli il pane eucaristico… li invita al banchetto di Cristo… insieme con loro esprime sentimenti di umiltà, servendosi delle prescritte parole evangeliche” – spiega.

L’atteggiamento umile e pentito davanti all’altare di Cristo

Davanti a Cristo che si offre per noi, il fedele si pone in atteggiamento umile, si affida completamente a Gesù. Riconosce la sua natura umana e di peccatore e ringrazia Cristo che, nonostante lui “non sia degno”, lo invita lo stesso alla sua Mensa.

Di sicuro nessuno di noi è degno di Gesù, della sua presenza e del suo amore, ma sappiamo nella fede che ci basta anche solo un suo cenno, una parola, un solo sguardo ed Egli ci può salvare” – continua il sacerdote.

Avvicinarsi all’altare di Gesù con cuore pentito, in stato di grazia e comunione con il Signore, ci permette di esser vicini a lui, senza il timore che, qualcuno, possa allontanarcene.

Fonte: toscanaoggi

LEGGI ANCHE: Santa Messa: quali errori si commettono? L’insegnamento del sacerdote

ROSALIA GIGLIANO

Impostazioni privacy