Stare a tu per tu con il Signore, contemplarlo nell’Eucarestia è uno dei momenti più belli che arricchisce la nostra anima. Ci appaga interiormente, ci fa sentire ascoltati ed amati.
Ma non è una sensazione comune a tutti. Molti, infatti, davanti a Gesù Sacramentato, non riescono a sentire nulla nel loro cuore.
In molti la definiscono “una delle più belle sensazioni ed emozioni mai provate prima”, mentre per altri, invece, “non mi ha suscitato proprio nulla”. Ma come è possibile che, stando davanti a Gesù, nel momento dell’Adorazione Eucaristica, non riusciamo ad ascoltare e a sentire la presenza di Cristo accanto a noi?
Una fedele ha posto una domanda chiara e precisa: “Nel mio cammino di preghiera mi sono chiesta cosa significhi adorare Dio. Come si fa? il luogo, i tempi? Sembra una domanda scontata, ma il mio cuore sente che non è così”.
In alcuni casi si tratta anche di persone che seguono un cammino di fede da tempo, che hanno nel loro cuore accesa quella fiamma dell’amore verso Dio.
La risposta arriva da un teologo: “Spesso l’adorazione viene confusa con altre forme di preghiera. E, non di rado, si pensa che l’adorazione sia “fare qualcosa” davanti al Santissimo […] Non ogni pratica di pietà fatta davanti al Santissimo esposto è adorazione, adorazione eucaristica. La seconda: l’adorazione non è circoscritta all’adorazione eucaristica”.
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Ma cosa significa “adorare” Gesù nel Santissimo Sacramento? Lui è lì, esposto sull’altare e, ancora una volta si offre a noi, ci invita a stare con Lui in una forma ancora più vicina, quasi intima e riservata. Ci chiede di aprire il nostro cuore, di parlargli, in particolare se abbiamo dubbi, incertezze o difficoltà Lui è lì che ci ascolta.
“L’adorazione è una sosta per donare amore a Dio” – spiega il teologo. È uno stare vicino a Lui, pregando o semplicemente anche stando in silenzio. Dio accetta tutto, anche il nostro silenzio, perché Lui legge nel cuore di ognuno di noi.
“[…] E per questo motivo, l’adorazione eucaristica è diventata di fatto la forma più diffusa di adorazione. Si guarda a quell’amore diventato pane […] Tutti i luoghi esterni sono in funzione di questa adorazione. Per una persona può essere un angolino di casa. Per un’altra una cappellina. Ma questi luoghi di adorazione intensa devono contagiare tutti i luoghi della nostra vita facendo diventare il nostro stesso cuore un santuario di adorazione” – conclude.
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Non pensiamo, quindi, che per adorare Gesù dobbiamo per forza recarci in chiesa. Il luogo può essere anche uno spazietto tutto nostro a casa, se è lì che riusciamo a concentrarci meglio e a non avere distrazioni. Perché, come dicevamo prima, Lui ci ascolta sempre ed è sempre, in ogni momento e in ogni luogo vicino a noi.
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