La storia di Peppina Fattori, anziana sfrattata dalla casetta in legno costruita dai figli nel giardino della sua vecchia casa, continua a tenere banco. La donna vive in un piccolo paesino dell’Italia centrale colpito violentemente dal terremoto (Fiastra, provincia di Macerata). Tutte le case della sua zona, compresa la sua, sono crollate in seguito alle forti scosse, così i figli dell’anziana hanno pensato di costruirle una piccola abitazione in legno sul giardino della casa distrutta dal sisma.
La costruzione, però, è stata ultimata senza le previe autorizzazioni, quindi il comune le ha comunicato che l’abitazione non era a norma e che avrebbe dovuto lasciarla. Nei mesi successivi la donna ed i suoi figli hanno provato la via legale per permetterle di rimanere in quella casetta, ma il Tribunale del riesame ha rigettato il ricorso della famiglia Fattori e convalidato lo sfratto.
La donna ha quindi cercato di coinvolgere le istituzioni dichiarando ai media nazionali che la figlia aveva mandato una lettera in cui chiedeva clemenza per una donna che voleva vivere il resto della sua vita nel luogo in cui sorgeva originariamente la sua casa. A rispondere alla donna ci ha pensato l’ufficio stampa del Quirinale che in una nota ufficiale ha scritto: “Sulla base di una lettera di un comitato locale, pervenuta due settimane fa dopo il provvedimento dell’autorità giudiziaria di sequestro dell’immobile, il Presidente della Repubblica è intervenuto chiedendo chiarimenti alle locali autorità, le quali hanno assunto le loro decisioni, in ambito giudiziario e amministrativo, nella responsabilità dei propri compiti”, aggiungendo di non aver mai ricevuto suddetta lettera.
Ma Peppina insiste dicendo al ‘Resto del Carlino’ che la figlia avrebbe mandato una lettera al quirinale ed al Papa senza ricevere alcuna risposta: “Per me quella casetta di legno era la soluzione . Potevo star bene gli ultimi giorni della vita mia, lì dentro non era né caldo né freddo. Ho passato due mesi qui, a sudare e adesso sta arrivando il freddo. Ma il Signore perdonerà tutti. Se se lo meritano. Ci siamo appellati alle istituzioni, mia figlia ha scritto una bella lettera al Papa. Non ci ha risposto nessuno. Sono stata un po’ dimenticata…”.
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