Nella Domenica di Pentecoste papa Leone XIV celebra la Santa Messa eil Regina Coeli in piazza San Pietro: lo Spirito Santo abbatte le frontiere e i muri di indifferenza e odio.

Dopo aver celebrato la veglia di Pentecoste, ieri sera nella Basilica di San Pietro, in concomitanza con il Giubileo dei movimenti e delle associazioni, stamattina, 8 giugno, papa Leone XIV ha presieduto la Santa Messa nella solennità di Pentecoste.
L’omelia del pontefice si è concentrata in una spiegazione di cosa effettivamente è lo Spirito Santo e di come agisce. In questa domenica che ricorda la discesa dello Spirito Paraclito sugli apostoli riuniti insieme alla Beata Vergine Maria nel cenacolo 50 giorni dopo la Pasqua, manifestatosi con un vento gagliardo e lingue come di fuoco che si posero su di loro, si fa memoria anche dell’inizio della missione apostolica della Chiesa.
Messa di Pentecoste, Papa Leone XIV: lo Spirito Santo abbatte frontiere, muri e individualismo
Il pontefice ha iniziato la sua omelia meditando sull’azione dello Spirito Santo che consola gli apostoli che si erano rinchiusi nella paura e nello smarrimento dopo la morte di Gesù. Ha citato papa Benedetto XVI nell’affermazione che lo Spirito Santo dona di comprendere, “supera la rottura iniziata a Babele, la confusione dei cuori che ci mette gli uni contro gli altri e apre le frontiere“.

Proprio su questo ha insistito molto, ribadendo più volte quando la Chiesa debba aprire le frontiere tra i popoli, infrangere le barriere tra le classi e le razze. “Non ci possono essere nè dimenticati, nè disprezzati“, ha detto il papa.
La Chiesa, dunque, deve aprire le frontiere tra i popoli: nel sottolineare con fermezza questo punto importante, papa Leone ha focalizzato l’attenzione sul bisogno di aprire le frontiere innanzitutto dentro di noi, per sciogliere le nostre durezze, le chiusure, gli egoismi, “i narcisismi che ci fanno ruotare solo intorno a noi stessi. Lo Spirito Santo viene a sfidare in noi il rischio di una vita che si atrofizza, risucchiata nell’individualismo“.
Sempre più soli in un mondo iperconnesso
L’individualismo è infatti un segno distintivo del nostro tempo e il pontefice ha riflettuto ampiamente su questo. “In un mondo dove si moltiplicano le occasioni di socializzare. Sempre connessi eppure incapaci di fare rete. Sempre immersi nella folla restando però viaggiatori spaesati e solitari“, ha detto.
Lo Spirito, invece, “ci apre all’incontro con noi stessi oltre le maschere che indossiamo, ci conduce all’incontro con il Signore“. Solo se rimaniamo nell’amore di Dio troviamo la sua forza e possiamo essere trasformati: è questa la via che dobbiamo perseguire.
Lo Spirito, dunque, apre le frontiere anche nelle nostre relazioni, perché questo dono è l’amore tra lui e il Padre che viene a prendere dimora in noi, ha spiegato. E solo quando l’amore di Dio dimora in noi diventiamo capaci di aprirci agli altri.
Fraintendimenti, pregiudizi, strumentalizzazioni sono elementi che pervadono i nostri comportamenti e non solo. Papa Leone ha parlato anche di “quando una relazione viene infestata dalla volontà di dominare sull’altro“. Il pensiero, che il papa esprime con dolore, va a tutti i casi di femminicidio, che scaturiscono proprio da questo atteggiamento che si esplica nella violenza.
“Lo Spirito Santo abbatte le frontiere e i muri dell’indifferenza e dell’odio” e invece “incide nei nostri cuori il comandamento dell’amore” ha voluto specificare.
Regina Coeli: un cuore pacifico per vie di riconciliazione
A conclusione della messa papa Leone ha rivolto i suoi saluti a tutti i presenti, agli studenti che in questi giorni concludono la scuola e a quelli che faranno gli esami. Ha poi cantato la preghiera del Regina Coeli chiedendo alla Beata Vergine Maria sempre il dono della pace.
Ha chiesto il dono della pace ribadendo che solo un cuore pacifico può aprire vie di riconciliazione. Il pensiero del pontefice va sempre alle situazioni di guerra e ai conflitti presenti nel mondo riguardo le quali ha invocato la Madonna affinché possano esserci “gesti di distensione e di dialogo“.