Pedofilia sul dark web: “Attenti ai bambini, anche in spiaggia”

Intervistato sugli ultimi casi di pedofilia scoperti sul dark web Don Fortunato Di Noto si dice preoccupatissimo per le giovani vittime.

Foto dal Web

La pedofilia è un fenomeno che sta dilagando negli ultimi anni anche grazie alla possibilità di condividere contenuti pedopornografici sul dark web.

Il caso della chat degli orrori

Lo scorso 11 luglio è giunta dell’arresto di 20 minori collegati ad un traffico di immagini e video pedo pornografici, alcuni dei quali le cui vittime erano dei bambini molto piccoli. L’operazione di polizia è cominciata quando una madre di Lucca, preoccupata dall’aver trovato sullo smartphone del figlio immagini riguardanti giovanissime vittime di abusi sessuali, si è rivolta alla polizia. Dall’analisi del telefono gli agenti hanno recuperato immagini, sticker, filmati riguardanti violenze sessuali.

Leggi anche ->Blitz anti pedopornografia: arrestate 50 persone in tutta Italia

Durante le indagini si è scoperto che l’adolescente era il promotore di un gruppo in cui 20 ragazzi minorenni, si scambiavano questi crudi atti di violenza. Per loro l’accusa è a vario titolo di possesso e divulgazione di immagini pedopornografiche. Un fatto di cronaca che ha scosso tutta la comunità e che accende un allarme sulla mancanza di sensibilità e di empatia delle nuove generazioni.

Leggi anche ->Pedopornografia: i dati denunciati da Meter sono drammatici

Don Di Noto: “Sono preoccupatissimo”

Itervistato sulla questione pedopornografia e dark web, Don Fortunato Di Noto (Presidente e fondatore di Meter Onlus) ha dichiarato: “Quanto è successo è nulla rispetto alla totalità del fenomeno. Tra la gravità dei fatti e la banalizzazione degli abusi, senza rendercene conto, abbiamo creato dei mostri. Non tutti quei minori abusavano sessualmente di bambini, alcuni traevano utilità da quegli abusi. Dal nostro punto di vista, è successo qualcosa che non può essere ridotto a semplice fatto di cronaca che tra dieci giorni dimenticheremo”.

Il sacerdote si dice “preoccupatissimo” e non si cura di chi possa pensare che con le sue parole ritiene che faccia allarmismo. In questi anni la sua associazione, che si occupa di denunciare gli abusi ai danni dei bambini e di tutelare le vittime, ha denunciato oltre 64 mila casi di violenza su minore. Recentemente Meter ha denunciato 268 video di pedopornografia, dietro ai quali ci sono 268 predatori sessuali. Tuttavia non solo chi ha compiuto l’atto è coinvolto, ma anche chi ha girato il video, chi lo condivide e chi ne trae profitto. L’intento del Sacerdote, infatti, è quello di fare capire che bisogna abbattere il sistema e non solo denunciare i singoli casi.

Secondo il sacerdote qualcosa non sta funzionando nella società, poiché non solo si verificano casi simili con frequenza sempre maggiore, ma quando capita non c’è la giusta indignazione. A tal proposito infatti dice: “Tra i 268 abusati vi sono persino dei neonati e nessuno dice una parola. Non sappiamo che fine facciano tutti i bambini abusati ma una cosa è certa: anche a distanza di molti anni, loro rimangono ‘stuprati dentro’. L’abuso sessuale è un danno permanente nella vita di una persona e non lo sto dicendo per fare accademia. La domanda è: perché nessuno alza la voce, cosa è andato perduto nella società, cosa non ha funzionato o non sta funzionando?”.

“Attenzione anche in spiaggia”

In conclusione il Sacerdote rivela di aver da poco lanciato la campagna ‘Un’estate più sicura’. Don Di Noto spiega che si tratta di un pro memoria per i genitori con delle regole da applicare per evitare che durante le vacanze qualche malintenzionato possa approfittarsi dei bambini. Ma cosa potrebbe accadere in luoghi così affollati? Lo spiega il Sacerdote: “Se girano in spiaggia, c’è chi potrebbe fotografarli: è il cosiddetto ‘pedo-soft’, non c’è violenza esplicita ma i pedofili godono della presenza dei bambini, fanno di tutto per ottenerli. Anche una semplice foto con il costumino, può diventare un oggetto erotico”.

Luca Scapatello

Impostazioni privacy