Papa Leone XIV ha presieduto l’Udienza Generale nell’Aula Paolo VI: la riflessione è sul tradimento, che può diventare, dice il pontefice, occasione di salvezza.

Anche oggi, 20 agosto, la consueta Udienza Generale del mercoledì tenuta da Papa Leone XIV si è svolta all’interno dell’Aula Paolo VI e non in piazza San Pietro come è abitudine, a causa delle condizioni metereologiche di caldo estremo.
Per proteggere i numerosi pellegrini dalla fatica delle alte temperature il pontefice ha scelto di incontrare i fedeli in un luogo più riparato dal sole e ha proseguito nelle catechesi sul tema del tradimento e del perdono, che aveva già affrontato nelle scorse settimane. La sua riflessione è partita dalla lettura di un brano del Vangelo di Giovanni (13, 1 – 4).
Udienza Generale, Papa Leone: il tradimento come occasione di salvezza
Il perdono che può e deve arrivare dopo un tradimento, e la considerazione di esso come “occasione di salvezza” è quanto è emerso dall’insegnamento del Santo Padre oggi nella sua meditazione sul brano evangelico scelto.

L’amore di Gesù è così grande che ha amato fino alla fine anche chi lo tradiva. È “un amore che non si arresta davanti al rifiuto, alla delusione, neppure all’ingratitudine“, dice il papa. Un amore che passa anche attraverso la ferita più dolorosa, quella del tradimento. E invece di ritrarsi e di difendersi continua ad amare, lava i piedi, intinge il pane e lo dona.
“Gesù porta avanti e a fondo il suo amore” e sa che “la libertà dell’altro anche quando si smarrisce nel male può ancora essere raggiunta dalla luce di un gesto mite, perchè il vero perdono non aspetta il pentimento, ma si offre per primo, ancor prima di essere accolto“.
Il perdono che libera chi lo dona
L’amore ha mostrato il suo volto più disarmato, sottolinea il Santo Padre, e comprendiamo che Dio fa di tutto per noi, anche quando lo respingiamo. L’amore di Gesù lascia la libertà e “non nega la verità del dolore, ma non permette che il male sia l’ultima parola“. “È il mistero che Gesù compie per noi, al quale anche noi a volte siamo chiamati a partecipare“, indica il papa.
Anche quando tutto sembra irrimediabilmente compromesso perdonare vuol dire non dimenticare il male, ma impedire che ce ne sia ancora. Il pontefice esorta, dunque, a chiedere la grazia di saper perdonare. Anche nelle nostre “notti dolorose e faticose, notti dell’anima, notti della delusione, in cui qualcuno ci ha ferito e tradito”, ma invece di chiuderci e resituire il colpo, il Signore ci indica un’altra strada da percorrere. È quella del silenzio della fiducia, e di perdonare anche quando non ci sentiamo compresi e ci sentiamo abbandonati.
Amare significa sentire l’altro libero anche di tradire. Ma quella libertà può essere sempre riconsegnata alla luce del bene, spiega il papa. E aggiunge che “il perdono libera chi lo dona, scioglie il risentimento, restiutisce pace, ci riconsegna a noi stessi“, perchè “ogni tradimento può diventare occasione di salvezza se scelto come spazio per un amore più grande, che non cede al male, ma lo vince con il bene“.
L’invocazione per la pace e il digiuno
In dialogo con i pellegrini di lingua polacca il Santo Padre ha poi voluto invocare la pace chiedendo di includerla nelle intenzioni di preghiera di coloro che fanno il pellegrinaggio al santuario di Jasna Gora. È la pace “disarmata e disarmante“, dice il papa, quella da richiedere, per tutt il mondo e in particolare per l’Ucraina e il Medio Oriente.
Ha ricordato poi che il prossimo venerdì 22 agosto ricorre la memoria della Beata Vergine Maria Regina, invocata come Madre dei credenti e Regina della Pace. Ha nuovamente ricordato le guerre in Terra Santa, in Ucraina e in molte altre parti del mondo e ha invitato tutti i fedeli a vivere quella giornata in digiuno e preghiera chiedendo al Signore che conceda pace e giustizia.