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Papa Francesco: basta lamentele! È ora di invertire la marcia

L’invito netto di Papa Francesco a dare una svolta alla nostra vita, fare un cambio di marcia radicale che ci faccia passare dall’io a Dio.

Francesco infatti, nel commento al Regina Coeli dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, ha invitato tutta ad una vera “svolta: smettere di orbitare attorno al proprio io, alle delusioni del passato, agli ideali non realizzati, e andare avanti guardando alla realtà più grande e vera della vita: Gesù è vivo e mi ama”.

Passare dall’io a Dio

“L’inversione di marcia è questa: passare dai pensieri sul mio io alla realtà del mio Dio; passare – con un altro gioco di parole – dai se al sì. Dai se: se fosse stato Lui a liberarci, se Dio mi avesse ascoltato, se la vita fosse andata come volevo, se avessi questo e quell’altro…”, ha detto il Papa.

Il Vangelo di oggi infatti racconta l’episodio dei due discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35). Una storia “che inizia e finisce in cammino”. Il Pontefice ha parlato dei due viaggi dei discepoli, quello di andata da Gerusalemme a Emmaus e quello di ritorno. Il primo avviene di giorno e in discesa, mentre il secondo è percorso al calare della notte e con buona parte del cammino in salita.

L’incontro con Gesù porta alla gioia

“Il primo avviene nella tristezza, il secondo nella gioia“, ha detto il Papa. “Nel primo c’è il Signore che cammina al loro fianco, ma non lo riconoscono; nel secondo non lo vedono più, ma lo sentono vicino. Nel primo sono sconfortati e senza speranza; nel secondo corrono a portare agli altri la bella notizia dell’incontro con Gesù Risorto”.

Due cammini perciò, quelli fatti dai discepoli, sostanzialmente diversi ma che ci riportano all’oggi e alla nostra quotidianità di discepoli di Cristo. E che ogni giorno abbiamo di fronte delle scelte da compiere, quella del bene e del male, della vita in Gesù Risorto o nelle tenebre del maligno e del peccato.

Due direzioni opposte

“Due direzioni opposte: c’è la via di chi, come quei due all’andata, si lascia paralizzare dalle delusioni della vita e va avanti triste; e c’è la via di chi non mette al primo posto sé stesso e i suoi problemi, ma Gesù che ci visita, e i fratelli che attendono la sua visita”, dice il Papa.

photo Getty Images

Per questo “i nostri se” sono “simili a quelli dei due discepoli“. “I quali passano però al sì: sì, il Signore è vivo, cammina con noi. Sì, ora, non domani, ci rimettiamo in cammino per annunciarlo”. Allora la questione che pone il Papa è: “Questo cambio di passo, dall’io a Dio, dai se al sì, com’è accaduto?”.

Affidiamo i pesi a Gesù

Preso la risposta. “Incontrando Gesù: i due di Emmaus prima gli aprono il loro cuore; poi lo ascoltano spiegare le Scritture; quindi lo invitano a casa. Sono tre passaggi che possiamo compiere anche noi nelle nostre case: primo, aprire il cuore a Gesù, affidargli i pesi, le fatiche, le delusioni della vita; secondo, ascoltare Gesù, prendere in mano il Vangelo“.

Bisogna perciò fare entrare Gesù nella nostra vita per scegliere la strada buona, quella che porta alla gioia e non alla tristezza, alla verità di Dio e non all’egoismo dei nostri interessi e delle nostre preoccupazioni. Una sfida di fondamentale importanza che siamo chiamati a rinnovare ogni giorno nella preghiera e nelle scelte a cui siamo chiamati nella nostra vita.

Diventiamo ciò verso cui andiamo

“Nella vita siamo sempre in cammino. E diventiamo ciò verso cui andiamo. Scegliamo la via di Dio, non quella dell’io; la via del sì, non quella dei se. Scopriremo che non c’è imprevisto, non c’è salita, non c’è notte che non si possano affrontare con Gesù. La Madonna, Madre del cammino, che accogliendo la Parola ha fatto di tutta la sua vita un “sì” a Dio, ci indichi la via”.

Dopo il Regina Caeli, il Papa ha poi esortato i cristiani a pregare il Rosario per il mese di maggio, dopo la lettera inviata nella giornata precedente. Il Pontefice ha inoltre ricordato che oggi ricorre la Giornata mondiale contro la malaria, ringraziando chi lotta contro questa terribile malattia che non ha mai smesso di infestare i paesi più poveri. Una lezione a cui dovremmo pensare ancora più in questo momento in cui anche l’occidente è attaccato da un virus terribile.

“Sono vicino a tutti i malati, a quanti li curano, e a coloro che lavorano perché ogni persona abbia accesso a dei buoni servizi sanitari di base”, ha detto il Papa. “La nostra Madre ci aiuterà ad affrontare con più fede e speranza il tempo di prova che stiamo attraversando”.

Giovanni Bernardi

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