In un “mondo secolarizzato” accogliente verso i valori evangelici di amore e pace, ma che non ritiene Gesù il Figlio di Dio, la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti. Così il Papa questa mattina incontrando i partecipanti alla plenaria della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. “La missione – ha detto Francesco – trasforma, rinnova e rinvigorisce la fede e la vita cristiana”. Paolo Ondarza:
Mondo secolarizzato accoglie valori evangelici, ma non riconosce Gesù
L’esperienza di fede è oggi esposta ad un’ambiguità: “il mondo secolarizzato – spiega Francesco – è accogliente verso i valori evangelici dell’amore, della giustizia, della pace, della sobrietà”, ma “non mostra uguale disponibilità verso la persona di Gesù: non lo ritiene né Messia, né Figlio di Dio:
“Al più lo considera un uomo illuminato. Separa, dunque, il messaggio dal Messaggero, il dono dal Donatore”.
La Chiesa riscopra la missione che trasforma e rinnova
Una situazione di scollamento – constata il Papa – in cui è vitale riscoprire la “missio ad gentes”:
“La missione non risponde in primo luogo ad iniziative umane; protagonista è lo Spirito Santo, suo è il progetto. E la Chiesa è serva della missione”.
“Non è la Chiesa che fa la missione – spiega il Santo Padre – ma è la missione che fa la Chiesa, rinnovandola e rinvigorendone fede, entusiasmo, motivazioni e identità cristiana”. La missione dunque trasforma la Chiesa al suo interno ecco perché – è il desiderio del Papa – ogni parrocchia deve percorrere questa strada:
“In tal modo, lo Spirito Santo trasformerà i fedeli abitudinari in discepoli, i discepoli disaffezionati in missionari, tirandoli fuori dalle paure e dalle chiusure e proiettandoli in ogni direzione, sino ai confini del mondo”.
Chiese giovani donano sacerdoti in un momento di crisi vocazionale
“Paolo e Barnaba non avevano il Dicastero missionario alle spalle. Eppure, hanno annunciato la Parola, hanno dato vita a diverse comunità e versato il sangue per il Vangelo”.
La Chiesa vive “in uscita”
Forte l’esortazione alla Chiesa a porsi in ascolto della Parola e ad andare con slancio e freschezza missionaria sino ai confini del mondo, ad ascoltare il grido dei poveri e dei lontani, ad incontrare tutti e annunciare la gioia del Vangelo, speranza che non delude:
“Tutte le Chiese (…) se costrette nei propri orizzonti, corrono il pericolo di atrofizzarsi e spegnersi. La Chiesa vive e cresce ‘in uscita’, prendendo l’iniziativa e facendosi prossimo”.
Un rinnovato richiamo, quindi, ad “uscire dai recinti, emigrare in territori in cui siamo tentati di chiuderci”, per poter sempre camminare e seminare “oltre, più in là”.
fonte: radiovaticana