Papa Francesco, durante l’udienza settimanale del mercoledì, ritorna sul tema dell’essere “cristiani coraggiosi”.
“Un cristiano che sappia difendere anche il suo cuore”. Con queste parole, Papa Francesco ci accompagna a riflettere sul nostro essere veri cristiani.
Essere cristiani non di facciata o per piacere e farci vedere dagli altri, ma essere cristiani per entrare in pieno rapporto e confidenza con Dio. Questo è stato il monito di Papa Francesco, durante l’udienza di ieri, nell’aula Paolo VI davanti ad un numero contingentato di fedeli, nel pieno rispetto delle norme anti Covid.
“Quanto bisogno abbiamo noi di credenti, di cristiani zelanti, che agiscano davanti a persone che hanno responsabilità dirigenziale con il coraggio di Elia, per dire: “Questo non va fatto! Questo è un assassinio!” – dice, con forza, Francesco.
Ma l’attenzione del Pontefice è posta anche sul modo con cui ogni cristiano prega, sul modo con cui ogni cristiano parla e si rivolge a Dio Padre: “La preghiera non è un rinchiudersi con il Signore per truccarsi l’anima: no, questo non è preghiera.
Questa è finta di preghiera. La preghiera è un confronto con Dio e un lasciarsi inviare a servire i fratelli. Il banco di prova della preghiera è l’amore concreto per il prossimo”.
L’amore per il prossimo, il confronto con Dio, l’essere come Elia, il profeta che parlava con Dio e da lui sapeva sempre cosa fare: “La fede di Elia sembra conoscere un progresso fino a raggiungere il suo culmine nell’esperienza sul monte Oreb quando Dio si manifesta a lui non in una tempesta impetuosa o in un terremoto, ma nel mormorio di un vento leggero […]
È allora che la preghiera verrà e busserà alla porta del nostro cuore […] La preghiera è così: lasciarsi portare da Dio e lasciarsi anche bastonare da situazioni brutte e anche dalle tentazioni” – conclude il Santo Padre.
Pregare, parlare, confrontarsi, chiedere consiglio ed aiuto a Dio: questo è il vero sentirsi ed essere cristiani.
Fonte: vaticannews.va
ROSALIA GIGLIANO
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