Papa Francesco: “Pregare significa lasciarsi meravigliare da Dio”

La preghiera è innanzitutto ascolto di Dio silenzio, relazione profonda con lui che ci immerge nella sua grazia.

La settimana scorsa Papa Francesco aveva proclamato durante l’Udienza Generale in Piazza San Pietro il suo dispiacere per la perdita di concentrazione dei fedeli durante la Santa Messa. Quindi bacchettando quelli (sacerdoti o semplici fedeli) che prestavano più attenzione al proprio smartphone che alla Messa in se, ha dichiarato di voler aprire un percorso di catechesi sulla Messa che riconduca i fedeli a quella conoscenza del significato del Sacramento dell’Eucaristia che fino a qualche tempo fa li portava a concentrarsi sull’incontro con Dio.

Nella prima Udienza Generale dedicata alla catechesi sulla Messa, Papa Francesco spiega l’essenza primaria del Sacramento dell’Eucaristia: “Per comprendere la bellezza della celebrazione eucaristica desidero iniziare con un aspetto molto semplice: la Messa è preghiera, anzi, è la preghiera per eccellenza, la più alta, la più sublime, e nello stesso tempo la più ‘concreta’. Infatti è l’incontro d’amore con Dio mediante la sua parola e il corpo e sangue di Gesù”.

Passando, quindi, alla natura della preghiera il pontefice ha detto che questa è innanzitutto silenzio e ascolto che poi diventa relazione grazie al dialogo con Dio. Proprio per la sua essenza profonda di relazione intima con il Signore la preghiera non può essere ripetuta senza intenzione: “Pregare non è ripetere a pappagallo delle frasi, è essere umili, riconoscersi figli, riposare nel Padre, fidarsi di Lui”.

Il primo passo per riuscirci è quello di diventare umili, disimparare quello che si crede di aver compreso e tornare allo stadio di un bambino che si approccia per la prima volta con il mondo, recuperare la sua ingenuità e imparare nuovamente a meravigliarsi, per questo Papa Francesco chiede ai presenti: “Nella nostra relazione con il Signore, nella preghiera, ci lasciamo meravigliare? O pensiamo che la preghiera è parlare a Dio come fanno i pappagalli?” ed infine dice: “Perché l’incontro con il Signore è un incontro vivo, non è un incontro di museo, e noi andiamo alla Messa, non al museo, andiamo all’incontro vivo con il Signore”.

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