Papa Francesco: “Il perdono di Dio cancella il passato”

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Papa Francesco: “Il perdono di Dio cancella il passato”

 

Nell’angelus, Papa Francesco riflette sulle parabole del Vangelo secondo Luca, capitolo 15 (Capitolo della Misericordia), in queste tre parabole Gesù presenta il vero volto del padre: un padre misericordioso, amorevole e pronto al perdono. Nei tre racconti di Gesù, Dio è prima un pastore che lascia andare le sue 99 pecore alla ricerca di quella perduta, nella seconda è una donna che ha smarrito una moneta e che fa di tutto per ritrovarla finché non ci riesce e nella terza è un padre che accoglie il figliol prodigo dopo un forte dissenso ed un allontanamento.

Tutte e tre le parabole fanno capire come Dio abbia un atteggiamento favorevole nei confronti del peccatore e come sia disposto ad accoglierlo tra le sue braccia ed a perdonarlo. Non a caso i verbi simbolo dei tre racconti sono gioire e fare festa, il ritorno alla casa del padre non è dunque seguito da una punizione, bensì da un festeggiamento, così Papa Francesco: “Non si parla di fare lutto. Si gioisce, si fa festa”, che per spiegare meglio cita le frasi di Gesù riportate sul Vangelo: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta” (v. 6); la donna chiama le amiche e le vicine dicendo: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto” (v. 9); il padre dice all’altro figlio: “Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.

Sebbene nel caso della pecora e della moneta si parla di un occasione per fare una vera festa con amici e vicini per il ritrovamento e nella terza la festa è solamente metaforica e rappresenta la gioia del padre di aver ritrovato un figlio, tutte è tre le parabole esprimono benissimo il concetto di perdono e di gioia per la riunione che descrivono l’atteggiamento di Dio nei confronti dei peccatori che tornano pentiti al suo cospetto.

Il Papa non poteva trovare parole più adatte per rappresentare lo spirito che incarna il Giubileo stesso, e con queste parole si avvicina a coloro che hanno abbandonato la fede ed il percorso tracciato da Dio dicendogli apertamente di non aver timore a ritornare sui propri passi e di riconoscere i propri sbagli perché: “Dio aspetta sempre il nostro rimetterci in viaggio, ci attende con pazienza, ci vede quando ancora siamo lontani, ci corre incontro, ci abbraccia, ci bacia, ci perdona. Così è Dio! Così è il nostro Padre! E il suo perdono cancella il passato e ci rigenera nell’amore”. Il pontefice chiude infine con una domanda rivolta ai fedeli: “Avete mai pensato che ogni volta che ci accostiamo al confessionale, c’è gioia e festa nel cielo? Avete pensato a questo? E’ bello!”.

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