Papa Francesco: “Il peccato più grande? Non rendersi conto che Dio ci attende”

Il Santo Padre non si stanca mai di ripeterlo: “La cosa grande del Signore è l’umiltà, si umilia aspettandoci”. Così comincia l’omelia della Celebrazione di Papa Francesco ai Giardini Vaticani in occasione della festa del patrono della Gendarmeria Vaticana (San Michele Arcangelo) prevista come di consueto per il 29 settembre. Il pontefice dice spesso che il Signore non smette mai di attenderci ed anche in questa occasione lo ribadisce dicendo: “Più importante che cercare il Signore, è accorgersi che Lui mi cerca” definendo la mancanza di questa consapevolezza come il peggiore dei peccati.

Dopo aver aperto l’omelia con queste parole, Bergoglio offre un augurio al corpo di guardia: “Il Signore, in questa giornata gioiosa per voi, vi conceda questa grazia, anche a me, a tutti: la grazia di essere sicuri che Lui sempre è alla porta, aspettando che io apra un pochettino per entrare. E non avere paura: quando il figlio prodigo incontrò il padre, il padre scese dal terrazzo e andò incontro al figlio. Quell’anziano andava in fretta, e dice il Vangelo che quando il figlio incominciò a parlare: ‘Padre, ho peccato…’, non lo lasciò parlare; lo abbracciò, lo baciò. Questo è quello che ci aspetta se noi apriamo un pochettino la porta: l’abbraccio del Padre”.

Il Santo Padre si sofferma per un momento a parlare della conversione dei non credenti, a loro dice che la strada da seguire è la medesima che devono seguire tutti i cattolici, ovvero cercare il Signore come Lui cerca noi: “Cercare il Signore. Cambiare vita, convertirsi… E questo è vero. Ma Gesù cambia la logica e va oltre, con una logica che nessuno poteva capire: è la logica dell’amore di Dio. È vero, tu devi cercare il Signore e fare di tutto per trovarlo; ma l’importante è che è Lui che sta cercando te. Lui sta cercando te. Più importante che cercare il Signore, è accorgersi che Lui mi cerca”.

Nessuno, continua il Santo Padre, è esente da peccati ed il Vangelo ci insegna che la strada per ricongiungersi con Dio è il pentimento e la richiesta del perdono, pertanto in conclusione dice: “Siamo peccatori e tutti abbiamo bisogno dell’incontro con il Signore; di un incontro che ci dia forza per andare avanti, di essere più buoni, semplicemente. Ma stiamo attenti. Perché Lui passa, Lui viene e sarebbe cosa triste che Lui passasse e noi non ci accorgessimo che Lui sta passando”.

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