Durante l’omelia del 19 ottobre a Casa Santa Marta, Papa Francesco ha parlato di quei sacerdoti che negano il battesimo ai figli dei divorziati o a quelli nati fuori dal matrimonio canonico. Una simile negazione significa chiudere le porte ad un fedele che vuole che il figlio cresca secondo i principi della Chiesa Cattolica, ma sopratutto è una palese mancanza di carità cristiana.
La predica del Santo Padre comincia con un racconto di una situazione vissuta in Argentina: “Nel mio Paese ho sentito parecchie volte di parroci che non battezzavano i figli delle ragazze madri, perché non erano nati nel matrimonio canonico. Chiudevano la porta, scandalizzavano il popolo di Dio, perché? Perché il cuore di questi parroci aveva perso la chiave della conoscenza”. Lo spaccato argentino serve al pontefice per parlare di un episodio recente capitato in Italia: una donna sposata con rito civile voleva battezzare il figlio, il parroco in questo caso ha accettato ma ad una condizione: “Senza andare tanto lontano nel tempo e nello spazio, tre mesi fa, in un paese, in una città, una mamma voleva battezzare il figlio appena nato, ma lei era sposata civilmente con un divorziato. Il parroco ha detto: ‘Sì, sì. Battezzo il bambino. Ma tuo marito è divorziato. Rimanga fuori, non può essere presente alla cerimonia’. Questo succede oggi”.
Dopo aver raccontato questi accadimenti come dimostrazione che in ogni parte del mondo, ancora oggi, ci sono sacerdoti che perdono di vista ‘La chiave della conoscenza’, il Santo Padre cita il Vangelo paragonando questi ai dotti ebraici che conoscevano a menadito le leggi, ma erano troppo ciechi per applicarle: “I farisei, i dottori della legge non sono cose di quei tempi, anche oggi ce ne sono tante”, quindi conclude il proprio pensiero chiedendo un aiuto ai fedeli: “Per questo è necessario pregare per noi pastori. Pregare, perché non perdiamo la chiave della conoscenza e non chiudiamo la porta a noi e alla gente che vuole entrare”.
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