Per conoscere davvero Gesù abbiamo bisogno di preghiera, di adorazione e di riconoscerci peccatori. Lo ha affermato Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha quindi sottolineato che il catechismo non è sufficiente per comprendere la profondità del mistero di Cristo. Il servizio diAlessandro Gisotti:
“Guadagnare Cristo”. Papa Francesco ha sviluppato la sua omelia partendo dal passo della Lettera di San Paolo agli Efesini, contenuto nella Prima Lettura. L’Apostolo delle Genti, ha osservato, chiede che lo Spirito Santo dia agli Efesini la grazia di “essere forti, rafforzati”, di far sì che Cristo abiti nei loro cuori. “Lì è il centro”.
Non si conosce Gesù solo con il catechismo, bisogna pregare
“Cristo è presente nel Vangelo, leggendo il Vangelo conosciamo Cristo. E tutti noi questo lo facciamo, almeno sentiamo il Vangelo quando andiamo a Messa. Con lo studio del catechismo: il catechismo ci insegna chi è Cristo. Ma questo non è sufficiente. Per essere in grado di comprendere quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità di Gesù Cristo bisogna entrare in un contesto, primo, di preghiera, come fa Paolo, in ginocchio: ‘Padre inviami lo Spirito per conoscere Gesù Cristo’”.
Incontrare il Signore nel silenzio dell’adorazione
Per conoscere davvero Cristo, ha ripreso, “è necessaria la preghiera”. Paolo però, ha soggiunto, “non solo prega, adora questo mistero che supera ogni conoscenza e in un contesto di adorazione chiede questa grazia” al Signore:
“Non si conosce il Signore senza questa abitudine di adorare, di adorare in silenzio, adorare. Credo, se non sbaglio, che questa preghiera di adorazione è la meno conosciuta da noi, è quella che facciamo di meno. Perdere il tempo – mi permetto di dire – davanti al Signore, davanti al mistero di Gesù Cristo. Adorare. E lì in silenzio, il silenzio dell’adorazione. Lui è il Signore e io adoro”.
Riconoscersi peccatori per entrare nel mistero di Gesù
Terzo, ha detto il Papa, “per conoscere Cristo è necessario avere coscienza di noi stessi, cioè avere l’abitudine di accusare se stessi” di dirsi “peccatori”:
“Non si può adorare senza accusare se stesso. Per entrare in questo mare senza fondo, senza rive, che è il mistero di Gesù Cristo, sono necessarie queste cose. La preghiera: ‘Padre, inviami lo Spirito perché lui mi conduca a conoscere Gesù’. Secondo, l’adorazione al mistero, entrare nel mistero, adorando. E terzo, accusare se stesso: ‘Sono un uomo dalle labbra impure’. Che il Signore ci dia questa grazia che Paolo chiede per gli Efesini anche per noi, questa grazia di conoscere e guadagnare Cristo”.
fonte: radiovaticana
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