Si tratta di una frase ripresa dalla Esortazione apostolica Evangelii gaudiume citata dal Papa durante il suo viaggio a Fatima nel maggio scorso, in occasione del centenario delle Apparizioni della Beata Vergine Maria alla Cova da Iria. Incontrando i pellegrini presso la Cappellina delle Apparizioni, il 12 maggio, Francesco aveva sottolineato che “con Cristo e Maria, noi rimaniamo in Dio. Infatti, se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale e provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a Lui ci conduce”.
Maria – aveva proseguito – è “una Maestra di vita spirituale, la prima che ha seguito Cristo lungo la via stretta della croce donandoci l’esempio”; è la “Benedetta per avere creduto” sempre e in ogni circostanza alle parole divine (cfr Lc 1,42.45). Quindi la citazione dalla Evangelii gaudium:
“Ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto. In Lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti. […] Questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è ciò che fa di Lei un modello ecclesiale per l’evangelizzazione” (Esort. ap. Evangelii gaudium, 288). E aveva concluso: “Possa ognuno di noi diventare, con Maria, segno e sacramento della misericordia di Dio che perdona sempre, perdona tutto”.
fonte: radiovaticana
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