All’udienza generale di oggi in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha svolto la sua catechesi sulla preghiera umile che ottiene misericordia commentando la parabola del fariseo e del pubblicano in cui “Gesù vuole insegnarci qual è l’atteggiamento giusto per pregare e invocare la misericordia del Padre” (cfrLc 18,9-14).
La preghiera del fariseo
Dobbiamo pregare davanti a Dio come noi siamo
“Non basta dunque domandarci quanto preghiamo, dobbiamo anche chiedercicome preghiamo, o meglio, com’è il nostro cuore: è importante esaminarlo per valutare i pensieri, i sentimenti, ed estirpare arroganza e ipocrisia. Ma, io domando: si può pregare con arroganza? No. Si può pregare con ipocrisia? No. Soltanto, dobbiamo pregare davanti a Dio come noi siamo. Ma questo pregava con arroganza e ipocrisia. Siamo tutti presi dalla frenesia del ritmo quotidiano, spesso in balìa di sensazioni, frastornati, confusi. È necessario imparare a ritrovare il cammino verso il nostro cuore, recuperare il valore dell’intimità e del silenzio, perché è lì che Dio ci incontra e ci parla. Soltanto a partire da lì possiamo a nostra volta incontrare gli altri e parlare con loro. Il fariseo si è incamminato verso il tempio, è sicuro di sé, ma non si accorge di aver smarrito la strada del suo cuore”.
La preghiera del pubblicano
“Il pubblicano invece – l’altro – si presenta nel tempio con animo umile e pentito: «fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto» (v. 13). La sua preghiera è brevissima, non è così lunga come quella del fariseo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Niente di più. “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Bella preghiera, eh? Possiamo dirla tre volte, tutti insieme? Diciamola: “O Dio, abbi pietà di me peccatore. O Dio, abbi pietà di me peccatore. O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Infatti, gli esattori delle tasse – detti appunto, “pubblicani” – erano considerati persone impure, sottomesse ai dominatori stranieri, erano malvisti dalla gente e in genere associati ai peccatori”.
Mendicare la misericordia di Dio
Il fariseo è l’icona del corrotto che fa finta di pregare
Dio ha una debolezza per gli umili
“Così, nella vita chi si crede giusto e giudica gli altri e li disprezza, è un corrotto e un ipocrita. La superbia compromette ogni azione buona, svuota la preghiera, allontana da Dio e dagli altri. Se Dio predilige l’umiltà non è per avvilirci: l’umiltà è piuttosto condizione necessaria per essere rialzati da Lui, così da sperimentare la misericordia che viene a colmare i nostri vuoti. Se la preghiera del superbo non raggiunge il cuore di Dio, l’umiltà del misero lo spalanca. Dio ha una debolezza: la debolezza per gli umili. Davanti a un cuore umile, Dio apre il suo cuore totalmente. E’ questa umiltà che la Vergine Maria esprime nel cantico del Magnificat: «Ha guardato l’umiltà della sua serva. […] di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono» (Lc 1,48.50). Ci aiuti lei, nostra Madre, a pregare con cuore umile. E noi, ripetiamo tre volte in più, quella bella preghiera: ‘O Dio, abbi pietà di me peccatore’. Tre volte: ‘O Dio, abbi pietà di me peccatore. O Dio, abbi pietà di me peccatore. O Dio, abbi pietà di me peccatore’. Grazie”.
fonte: radiovaticana