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Discorsi del Papa

Papa Francesco ai Lasalliani: Avvicinare i poveri alla conoscenza è evangelizzazione

Papa Francesco incontra 300 rappresentanti delle scuole cristiane

Fra alunni e laici, in occasione dei 300 anni dalla morte di San Giovanni Battista de La Salle.

Un incontro per ricordare il santo, patrono degli insegnanti.

I 300 anni dalla morte di San Giovanni de La Salle

Non dimenticate mai gli ultimi e coloro che vengono scartati”: così ha esordito papa Francesco davanti a 300 fra laici ed alunni delle scuole cristiane, definiti “partner lasalliani”. Educatori laici e non, in rappresentanza di oltre 3500 religiosi, 90mila educatori che in tutto il mondo celebrano il loro santo.

Il papa ha ricevuto questi 300 rappresentanti in occasione della concessione dell’autorizzazione a celebrare l’Anno giubilare Lasalliano: “Voi operate nella chiesa con generosità e piena adesione al Vangelo. Il santo, di cui celebrate i 300 anni dalla morte, è stato un pionere nel campo dell’educazione con il suo innovativo sistema educativo” – ha detto loro Francesco.

La sua visione della scuola è stata vista più che come semplice educazione, una necessità di avvicinare i più poveri alla conoscenza. Sacrificò e rinunciò alla ricca eredità della sua famiglia per dedicare ad istruire i più poveri e gli abbandonati. Non istruì solo religiosi a fare ciò, ma anche i laici. Tutti, era convinto, potevano portare avanti il suo ideale di istruzione all’interno della società e della chiesa” – ha proseguito Francesco.

La necessità di istruire i più poveri

I Fratelli delle Scuole Cristiane è una “esperienza originale, specie per chi ha scelto la via della vita consacrata. Immergersi totalmente nel mondo dell’educazione. Qual cosa migliore per il progresso di una società migliore” – ha concluso Francesco.

La scuola: la necessità di dare un’istruzione a chi non l’aveva, venne vista da San Giovanni de La Salle come la più alta missione che Dio mai avrebbe potuto affidargli: “Si circondò di persone popolari che potessero istruire semplicemente ragazzi e bambini. Iniziò a introdurre la loro lingua nelle scuole, a differenza del latino…troppo difficile per il popolo. Istituì seminari per i maestri di campagna e per tutti i giovani che volevano diventare insegnanti senza passare, obbligatoriamente, per la vita consacrata” – ha detto Francesco.

Un vero gesto d’amore e di nuova evangelizzazione.

ROSALIA GIGLIANO

Fonte: vaticannews.va

Rosalia Gigliano

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