Un buon sacerdote sa “commuoversi” e “impegnarsi nella vita della gente”. E’ uno dei passaggi dell’omelia mattutina di Papa Francesco a Casa Santa Marta, pronunciata in spagnolo. Dio, ha detto il Pontefice, “ci perdona come Padre, non come un impiegato del tribunale”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Dio ha compassione. Ha compassione per ciascuno di noi, ha compassione dell’umanità e ha mandato suo Figlio per guarirla, per rigenerarla”, per “rinnovarla”. E’ uno dei passaggi dell’omelia di Papa Francesco a Casa Santa Marta incentrata proprio sulla compassione di Dio:
“Es interesante que en la parábola que todos conocemos del hijo pródigo…”
Io, ha soggiunto, “posso avere pietà di un cane che sta morendo”, ma la compassione di Dio è altro: è “mettersi nel problema, mettersi nella situazione dell’altro, con il cuore di Padre”. E per questo, ha sottolineato, “ha mandato suo Figlio”:
“Jesús curaba a la gente pero no era un curandero…”
“Gesù curava la gente – ha affermato – però non è un ‘guaritore’. No! Curava la gente come segno, come segno della compassione di Dio, per salvarla, per rimettere al suo posto nel recinto la pecorella smarrita, i soldi smarriti da quella signora nel portafoglio. Dio ha compassione. Dio ci mette il suo cuore di Padre, ci mette il suo cuore per ciascuno di noi. E quando Dio perdona, perdona come Padre e non come un impiegato del tribunale, che legge una sentenza e dice: ‘Assolto per insufficienza di prove’. Ci perdona da dentro. Perdona perché si è messo nel cuore di questa persona”.
Gesù, ha soggiunto, è stato inviato per “portare la lieta novella, per liberare colui che si sente oppresso”. Gesù “è inviato dal Padre per mettersi in ciascuno di noi, liberandoci dei nostri peccati, dei nostri mali”.
“Y esto es lo que hace un cura, conmoverse, comprometerse…”
“Questo – ha detto – è quello che fa un sacerdote: commuoversi, impegnarsi nella vita della gente, perché un prete è un sacerdote, come Gesù è sacerdote. Quante volte – e poi noi dobbiamo andare a confessarci – critichiamo quei preti, ai quali non interessa ciò che succede nella loro congregazione, che non se ne preoccupano. No, non è un buon prete! Un buon prete è quello che si coinvolge”.
Un buon prete, ha ripreso, è quello che si coinvolge in “tutti i problemi umani”. Quindi si è soffermato sul servizio offerto alla Chiesa dal card. Javier Lozano Barragán, presente alla Messa, in occasione della celebrazione dei suoi 60 anni di sacerdozio. Francesco ha ricordato con gratitudine il suo impegno al dicastero per gli Operatori Sanitari, “nel servizio della Chiesa che presta agli ammalati”. “Rendiamo grazie a Dio – ha detto – per questi 60 anni di sacerdozio”, “dalla compassione di Dio ad oggi vi è una linea e questo è un regalo che il Signore fa” al card. Barragán: “Poter vivere così per 60 anni”.
fonte: radiovaticana
Meditiamo il Vangelo del 17 giugno 2025, iniziando la giornata con una profonda riflessione sulla…
Il Martedì è il giorno della devozione agli Angeli e ai Santi. Rendiamo onore a…
“Vieni in mio aiuto”. Eleviamo la nostra preghiera della sera di oggi Lunedì chiedendo al…
La vita di Santa Rita è segnata da segni straordinari: il miracolo delle api alla…
Il quadro della Madonna di Campocavallo per diversi anni versa lacrime e muove gli occhi…
È accaduto prima dell’apparizione alla veggente Marija a Medjugorje: don Marco racconta di un grande…