Papa Francesco da Padre Pio “disarmare le forze del male con la carità animata dalla fede”

Papa Francesco da Padre Pio
Papa Francesco da Padre Pio

Il Papa è a san Giovanni Rotondo, visita programmata e attesa a s. Pio da Pietrelcina noto a tutti come Padre Pio.

“imitate Padre Pio, non siate solo suoi ammiratori” ci dice il pontefice.

E’ così : i santi chiedono imitazione non soltanto venerazione.

Se diciamo di essere Suoi discepoli dobbiamo fare come i santi. Egli ce lo ricorda nei vangeli: “non chi dice Signore Signore entrerà nel regno dei cieli ma CHI FA la volontà del Padre mio” (Mt 7,21) .

Lasciando una stola sacra nella teca, il Santo Padre ricorda al mondo l’eredità spirituale del santo di Pietrelcina : “ piccolezza, sapienza e preghiera” che affonda le sue radici nella fedeltà ai Sacramenti, alla Santa Messa, all’Eucarestia.

Il frutto di tutto ciò, che Padre Pio ci ha lasciato come ARMA SPIRITUALE per affrontare la Vita e il Mondo (con tutte le loro prove e avversioni), è soprattutto la Carità intesa come capacità di saper compatire (PATIRE CON – MUOVERSI A COMPASSIONE) chi giace nella sofferenza ed il cui segno tangibile è “la Casa Sollievo della Sofferenza” da lui fondata.

Il popolo ha acclamato il Papa ed il Vescovo della Diocesi locale, Mons. Michele Santoro, ha trasmesso al Pontefice tutto l’affetto dei fedeli.

Come Padre Pio , dovremmo dire come Gesù, Papa Francesco ci ricorda di “pregare sempre, senza stancarsi “…… Non si conosce il Padre senza aprirsi alla lode, senza dedicare tempo a Lui solo, senza adorare. Quanto abbiamo dimenticato noi la preghiera di adorazione, la preghiera di lode. Dobbiamo riprenderla. Ognuno può domandarsi: come adoro io? Quando adoro io? Quando lodo Dio io? Riprendere la preghiera di adorazione e di lode. È il contatto personale, a tu per tu, lo stare in silenzio davanti al Signore il segreto per entrare sempre più in comunione con Lui. La preghiera può nascere come richiesta, anche di pronto intervento, ma matura nella lode e nell’adorazione.” E ancora ““Portare la vita del mondo a Dio”, “un gesto di amore”: è questa dunque la preghiera che somiglia a quella di Gesù e non una “ saltuaria chiamata di emergenza” o un “ tranquillante da assumere a dosi regolari”.

Poi insiste ancora sulla preghiera, questa volta di intercessione: “E se noi non affidiamo i fratelli, le situazioni al Signore, chi lo farà? Chi intercederà, chi si preoccuperà di bussare al cuore di Dio per aprire la porta della misericordia all’umanità bisognosa? Per questo Padre Pio ci ha lasciato i gruppi di preghiera. A loro disse: «E’ la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, […] che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale […], che spande il sorriso e la benedizione di Dio su ogni languore e debolezza» (ibid.). Custodiamo queste parole e chiediamoci ancora: io prego? E quando prego, so lodare, so adorare, so portare la vita mia e di tutta la gente a Dio?”.

infine ci esorta a “tornare come dei bambini nella novità del cuore e della vita”, la piccolezza evangelica; questo è ciò che Francesco , mostrandoci la vita del santo di Pietrelcina, intende mostrare come NECESSARIO per conseguire il Regno dei Cieli ; Gesù del resto ce lo ricorda : è conditio SINE QUA NON.

Giuseppe De Santis

 

 

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