La comunicazione deve costruire ponti, sanare le ferite e toccare i cuori delle persone. E’ uno dei passaggi del Messaggio di Papa Francesco per la 50.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, sul tema: “Comunicazione e Misericordia: un incontro fecondo”. Nel documento, pubblicato oggi, il Pontefice ribadisce che il vero potere della comunicazione è la “prossimità” e chiede ai cristiani di comunicare la verità con amore, senza giudicare le persone. Quindi, esorta a rendere anche i social network luoghi di misericordia dove si favoriscono le relazioni e la condivisione. Il servizio diAlessandro Gisotti:
“Ciò che diciamo e come lo diciamo, ogni parola e ogni gesto dovrebbe poter esprimere la compassione, la tenerezza e il perdono di Dio per tutti”. Nell’Anno Santo della Misericordia, Papa Francesco ricorda innanzitutto che “l’amore, per sua natura, è comunicazione”. Per questo “siamo chiamati a comunicare da figli di Dio con tutti, senza esclusione”. In particolare, si legge nel Messaggio, “è proprio del linguaggio e delle azioni della Chiesa trasmettere” la misericordia di Dio, “toccare i cuori delle persone”. Quindi, invita a diffondere il “calore della Chiesa Madre”, quel “calore che dà sostanza alle parole della fede” e che accende “la scintilla che le rende vive”.
La comunicazione deve creare ponti, superare le incomprensioni
La comunicazione, sottolinea Francesco, “ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione”. E confida la sua gioia nel “vedere persone impegnate a scegliere con cura parole e gesti per superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia”. Le parole, ribadisce, “possono gettare ponti”. E questo sia nell’ambiente fisico sia in quello digitale”. Di qui l’invito ad usare le parole per “uscire dai circoli viziosi delle condanne e delle vendette, che continuano ad intrappolare gli individui e le nazioni”. La parola del cristiano “si propone di far crescere la comunione”. Anche quando “deve condannare con fermezza il male – rileva – cerca di non spezzare mai la relazione”. Francesco invita a riscoprire il “potere della misericordia” di sanare le ferite. “Tutti – constata – sappiamo in che modo vecchie ferite e risentimenti trascinati possono intrappolare le persone e impedire loro di comunicare e di riconciliarsi”. In questi casi, è il suo incoraggiamento, “la misericordia è capace di attivare un nuovo modo di parlare”. Francesco cita Shakespeare laddove ne Il Mercante di Veneziaafferma che “la misericordia non è un obbligo. Scende dal cielo come il refrigerio della pioggia sulla terra. È una doppia benedizione: benedice chi la dà e chi la riceve”.
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Comunicare la verità con amore, non giudicare le persone
Fondamentale ascoltare l’altro, senza presunzione di onnipotenza
Il Papa mette l’accento sulle relazioni nella famiglia per rispondere a quanti “pensano che una visione della società radicata nella misericordia” sia “idealistica” o “indulgente”: “i genitori ci hanno amato e apprezzato per quello che siamo più che per le nostre capacità e i nostri successi”. E incoraggia “a pensare alla società umana” proprio come a “una casa o una famiglia dove la porta è sempre aperta e si cerca di accogliersi a vicenda”. “Comunicare – evidenzia il Messaggio – significa condividere, e la condivisione richiede l’ascolto, l’accoglienza. Ascoltare è molto più che udire”. Ascoltare infatti rimanda alla comunicazione “e richiede la vicinanza”. “Ascoltare – scrive il Papa – significa anche essere capaci di condividere domande e dubbi, di percorrere un cammino fianco a fianco, di affrancarsi da qualsiasi presunzione di onnipotenza e mettere umilmente le proprie capacità e i propri doni al servizio del bene comune”. “Ascoltare non è mai facile. A volte – commenta – è più comodo fingersi sordi”. “Nell’ascolto – rimarca – si consuma una sorta di martirio, un sacrificio di sé stessi”: “Saper ascoltare è una grazia immensa, è un dono che bisogna invocare per poi esercitarsi a praticarlo”.
Anche sui social network, comunicare con misericordia