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Discorsi del Papa

Papa Francesco: “Combattiamo l’usura, è una pratica che umilia e uccide”

Papa Francesco: "Combattiamo l'usura, è una pratica che umilia e uccide"Papa Francesco: "Combattiamo l'usura, è una pratica che umilia e uccide"
Papa Francesco

Papa Francesco: “Combattiamo l’usura, è una pratica che umilia e uccide”. Alle ore 12 di sabato 3 febbraio il Pontefice ha ricevuto in udienza nella sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano i membri della Consulta Nazionale Antiusura. Il pontefice in questa occasione ha voluto proferire un discorso di sensibilizzazione sul problema dell’usura, al fine di destare i fedeli ad un compito di vigilanza su tali fenomeni (purtroppo molto diffusi) e di assistenza nei confronti di quelle persone che ne cadono vittima. Nel discorso del quale di seguito vi riportiamo le parti più importanti, papa Francesco ricorda ai fedeli che l’usura è un peccato grave e ringrazia i membri della consulta per il lavoro svolto in questi 26 anni di attività.

Il discorso del Santo Padre comincia proprio con un elogio nei confronti dei membri della Consulta Antiusura: “Sono lieto di accogliervi e di condividere con voi questo momento di riflessione su una piaga purtroppo diffusa e ancora molto sommersa: l’usura. Ringrazio il Presidente per le sue cortesi parole, e rivolgo il pensiero a Padre Massimo Rastrelli, assente perché ammalato, che nel 1991 ha costituito la prima Fondazione Antiusura. Seguo con particolare attenzione il vostro percorso di lotta all’usura, che diventa sempre più qualificato e concreto con l’esperienza e con la costituzione di nuove Fondazioni distribuite su tutto il territorio nazionale attraverso centinaia di Centri di ascolto. Sono presìdi, scuole di umanità e di educazione alla legalità, frutto di una sensibilità che trova nella Parola di Dio la sua illuminante ispirazione e che opera silenziosamente e faticosamente nelle coscienze delle persone. Nei vostri primi ventisei anni di servizio avete salvato dalla morsa del debito usurario e dal rischio dell’usura oltre 25 mila famiglie; salvando loro la casa, e talvolta la piccola azienda, le avete aiutate a ritrovare la dignità di cui erano state espropriate. E questo merita grande riconoscenza”.

Il discorso del pontefice prosegue con una condanna dell’usura come atto che rende schiave, umilia e uccide le persone in posizione debitoria: “L’usura umilia e uccide. L’usura è un male antico e purtroppo ancora sommerso che, come un serpente, strangola le vittime. Bisogna prevenirla, sottraendo le persone alla patologia del debito fatto per la sussistenza o per salvare l’azienda”. Papa Francesco aggiunge che ci sono metodi per prevenirla, in primo luogo bisogna educare le persone a non desiderare ciò che non è necessario: “Si può prevenirla educando ad uno stile di vita sobrio, che sappia distinguere tra ciò che è superfluo e ciò che è necessario e che responsabilizzi a non contrarre debiti per procurarsi cose alle quali si potrebbe rinunciare”, e secondariamente bisogna istruire le persone a comportamenti leciti: “È necessario formare una mentalità improntata alla legalità e all’onestà, nei singoli e nelle istituzioni”.

Chiaramente queste solo le basi di un’azione collettiva che deve partire dall’impegno delle autorità a fornire sussistenza ai propri cittadini. Se da un lato ci dev’essere un supporto a quelle famiglie in difficoltà che non riescono ad arrivare a fine mese, dall’altro ci dev’essere un’offerta lavorativa che non porti le persone a giungere fino alla necessità di fare ricorso agli usurai per non vedersi portata via la casa in cui vive: “Il Signore ispiri e sostenga le pubbliche Autorità, affinché le persone e le famiglie possano usufruire dei benefici di legge come ogni altra realtà economica; ispiri e sostenga i responsabili del sistema bancario, affinché vigilino sulla qualità etica delle attività degli istituti di credito. Vale la pena di sottolineare che molte banche sono nate e si sono diffuse nel mondo proprio per sottrarre i poveri all’usura con prestiti senza pegno e senza interessi”.

Luca Scapatello

Scritto da
Luca Scapatello

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