Gli artisti facciano brillare la bellezza, soprattutto dove il grigiore domina la quotidianità, e la bellezza curerà tante ferite. Lo sottolinea il Papa nel Messaggio alla XXI seduta comune delle Pontificie Accademie sul tema “Scintille di bellezza. Per un volto umano delle città”. Il testo è stato letto questo pomeriggio dal segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, durante l’incontro presso il Palazzo della Cancelleria. Il porporato, a nome di Francesco, ha consegnato anche il premio delle Pontificie Accademie a due giovani artisti. I lavori sono introdotti dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e del Consiglio di coordinamento tra le Accademie Pontificie. Sul messaggio del Papa, il servizio di
Debora Donnini:
Le Chiese parrocchiali, specialmente se sorgono in contesti periferici e degradati, siano “oasi di bellezza” e di accoglienza, “pur nella loro semplicità”, favorendo l’incontro con Dio per uno sviluppo armonico delle comunità. Così il Papa nel Messaggio rivolto alla seduta comune delle Pontificie Accademie. Prendersi cura delle persone, specialmente dei più indifesi, significa necessariamente prendersi cura dell’ambiente in cui vivono. Per questo, piccoli gesti, “scintille di bellezza”, possono “rammendare” un tessuto umano, urbanistico e ambientale, spesso lacerato e rappresentare così un’alternativa all’indifferenza e al cinismo.
Gli artisti curino la bellezza e la bellezza curerà le ferite
Gli artisti, specialmente quelli che sono credenti, hanno dunque un compito importante: realizzare opere d’arte che, tramite “il linguaggio della bellezza”, portino una scintilla di speranza “dove le persone sembrano arrendersi all’indifferenza e alla bruttezza”. Francesco chiede dunque a “architetti e pittori, scultori e musicisti, cineasti e letterati, fotografi e poeti, artisti di ogni disciplina”, di far brillare la bellezza “soprattutto dove l’oscurità o il grigiore domina la quotidianità”. Il Papa ricorda che sono “testimoni di speranza per l’umanità, come hanno più volte ripetuto i miei Predecessori”. “Li invito, pertanto – prosegue – ad avere cura della bellezza, e la bellezza curerà tante ferite che segnano il cuore e l’animo degli uomini e delle donne dei nostri giorni”.
Se non ci si ferma a contemplare il bello, ogni cosa si trasforma in oggetto di abuso
Nel testo il Papa si congratula con i membri della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon, la più antica istruzione accademica, sorta nel 1542. Il titolo dell’evento richiama due riferimenti. Uno al discorso rivolto agli artisti di Benedetto XVI, nel 2009, nel quale li invitava a impegnarsi per rendere sempre più umani i luoghi della convivenza sociale. Il secondo riferimento è all’attualità, ai progetti di riqualificazione delle periferie delle metropoli, elaborati da qualificati architetti, che propongono “scintille” di bellezza, cioè piccoli interventi urbanistici e architettonici attraverso cui ricreare, anche nei contesti più degradati, un senso di “decoro umano prima che urbano”. Lo scrittore Italo Calvino sottolineava che le città come i sogni sono costruite di desideri e paure. E forse, nota il Papa, “tante città del nostro tempo”, con i sobborghi desolati, hanno lasciato più spazio alle paure che ai sogni più belli “soprattutto dei più giovani”. Francesco fa riferimento all’Enciclica Laudato si’, nella quale ha sottolineato il legame fra educazione estetica e mantenimento di un ambiente sano e che quando non ci si ferma ad apprezzare il bello, ogni cosa si trasforma “in oggetto di uso e abuso senza scrupoli”.
Assegnato il Premio delle Pontificie Accademie a due giovani artisti
“Scintille di bellezza per un volto umano delle città” è dunque il titolo dell’evento. Al segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, Debora Donnini ha chiesto come la Chiesa possa incoraggiare gli artisti a portare questa bellezza nelle città:
fonte: radiovaticana
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