Guardare alla vita con gli occhi dell’amore. Con queste parole, Papa Francesco ci invita a prepararci al nostro incontro con il Signore.
“Spesso dimentichiamo che la meta della nostra vita è l’incontro finale con Dio”. Papa Francesco ci spiega cosa vuol dire attendere l’arrivo di Dio.
Nel corso del suo Angelus domenicale, il Santo Padre pone l’accento sul concetto dell’attesa, un’attesa da guardare con gli occhi dell’amore, un’attesa di un pieno e concreto incontro con il Signore. “Per essere pronti ad incontrarlo, dobbiamo cooperare con Lui già ora e compiere azioni buone ispirate al suo amore” – ha detto il Pontefice.
Nel porre l’attenzione al brano del Vangelo del giorno, sulle Vergine sagge e quelle stolte, Francesco ci invita a prepararci sempre all’incontro con il Signore: “Gesù ci vuole dire che dobbiamo essere preparati all’incontro con Lui. Non solo all’incontro finale, ma anche all’impegno di ogni giorno in vista di quell’incontro, per il quale non basta la lampada della fede, occorre anche l’olio della carità e delle opere buone”.
Ma come si può esser pronti all’incontro con Gesù? “Essere saggi e prudenti significa non aspettare l’ultimo momento per corrispondere alla grazia di Dio, ma farlo attivamente da subito. Se vogliamo essere pronti per l’ultimo incontro con il Signore, dobbiamo sin d’ora cooperare con Lui e compiere azioni buone ispirate al suo amore” – ci spiega il Santo Padre.
Papa Francesco ci induce, anche, a non dimenticare la meta della nostra vita: “Si fa tutto come se non si dovesse mai partire per l’altra vita. Se ci lasciamo guidare da ciò che ci appare più attraente, dalla ricerca dei nostri interessi, la nostra vita diventa sterile; non accumuliamo alcuna riserva di olio per la nostra lampada, ed essa si spegnerà prima dell’incontro con il Signore. Solo la vera fede ci porta all’incontro con il Signore”.
In ultimo, il Santo Padre ci pone come esempio d’attesa, Maria: lei, la donna del sì, ha saputo esser prudente ed affidarsi completamente nelle mani di Dio. Sia lei esempio per ognuno di noi, nel nostro attendere Gesù.
Fonte: vaticannews.va
ROSALIA GIGLIANO
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