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Papa all’Assunta: donne siano liberate da violenze e schiavitù

“Donaci giorni di pace”: questa la preghiera che il Papa, all’Angelus in Piazza San Pietro, ha elevato a Maria, Regina della Pace, nel giorno in cui la Chiesa festeggia la sua Assunzione in cielo. Il servizio di Sergio Centofanti:

Ieri – ha detto il Papa all’Angelus – contempliamo Maria “nel suo cammino verso la Gerusalemme celeste, per incontrare finalmente il volto del Padre e rivedere il volto del suo Figlio Gesù. Tante volte nella sua vita terrena aveva percorso zone montuose, fino all’ultima tappa dolorosa del Calvario, associata al mistero della passione di Cristo. Oggi la vediamo giungere alla montagna di Dio, «vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle» (Ap 12,1)” e “varcare le soglie della patria celeste”. Maria – ha ricordato – “è stata la prima a credere nel Figlio di Dio ed è la prima di noi ad essere assunta in cielo in anima e corpo”:

“Per prima ha accolto e preso in braccio Gesù quando era ancora bambino ed è la prima ad essere accolta dalle sue braccia per essere introdotta nel Regno eterno del Padre. Maria, umile e semplice ragazza di un villaggio sperduto nella periferia dell’impero romano, proprio perché ha accolto e vissuto il Vangelo, è ammessa da Dio a stare per l’eternità accanto al Figlio. È così che il Signore rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili (cfr Lc 1, 52)”.

L’Assunzione di Maria – ha proseguito Francesco – “è un mistero grande che riguarda ciascuno di noi, riguarda il nostro futuro. Maria, infatti, ci precede nella strada sulla quale sono incamminati coloro che, mediante il Battesimo, hanno legato la loro vita a Gesù, come Maria legò a Lui la propria vita”:

“La festa di oggi ci fa guardare al cielo, la festa di oggi preannuncia i ‘cieli nuovi e la terra nuova’, con la vittoria di Cristo risorto sulla morte e la sconfitta definitiva del maligno. Pertanto, l’esultanza dell’umile fanciulla di Galilea, espressa nel cantico del Magnificat, diventa il canto dell’umanità intera, che si compiace nel vedere il Signore chinarsi su tutti gli uomini e tutte le donne, umili creature, e assumerli con sé nel cielo. Il Signore si china sugli umili per alzarli”.

Maria – osserva il Papa – “ha sofferto tanto nella sua vita” e ci fa pensare a tante situazioni dolorose che vivono oggi le donne:

“In particolare, a quelle delle donne sopraffatte dal peso della vita e dal dramma della violenza, delle donne schiave della prepotenza dei potenti, delle bambine costrette a lavori disumani, delle donne obbligate ad arrendersi nel corpo e nello spirito alla cupidigia degli uomini. Possa giungere quanto prima per loro l’inizio di una vita di pace, di giustizia, di amore, in attesa del giorno in cui finalmente si sentiranno afferrate da mani che non le umiliano, ma con tenerezza le sollevano e le conducono sulla strada della vita fino al cielo … E chiediamo al Signore che Lui stesso le porti nelle mani sulla strada della vita e le liberi da queste schiavitù”.

Dopo la preghiera dell’Angelus, ha elevato la sua preghiera alla Regina della pace, a cui ha affidato “ancora una volta le ansie e i dolori delle popolazioni che in tante parti del mondo sono vittime innocenti di persistenti conflitti”:

“Il mio pensiero va agli abitanti del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, recentemente colpiti da nuovi massacri che da tempo vengono perpetuati nel silenzio vergognoso, senza attirare neanche la nostra attenzione. Fanno parte purtroppo dei tanti innocenti che non hanno peso sulla opinione mondiale. Ottenga Maria per tutti sentimenti di compassione e di comprensione e desiderio di pace e concordia!”.

Infine, gli auguri per l’Assunta:

“Auguro una buona festa dell’Assunta a tutti voi qui presenti e a coloro che si trovano nei vari luoghi di villeggiatura, come pure a quanti non hanno potuto recarsi in vacanza, specialmente agli ammalati, alle persone sole e a chi assicura in questi giorni di festa i servizi indispensabili per la comunità. Vi ringrazio di essere venuti. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

fonte: radiovaticana

Emanuele

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