Non resistiamo allo Spirito Santo, ma accogliamo la Parola con docilità: è l’esortazione di Papa Francesco ieri nell’omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta. Bontà, pace e padronanza di sé sono proprio il frutto di chi accoglie la Parola, la conosce e ne ha familiarità. La Messa, ha detto all’inizio dell’omelia Francesco, è stata offerta per le suore della stessa Casa Santa Marta che “celebrano il giorno della loro fondatrice, Santa Luisa di Marillac”. Il servizio di Debora Donnini:
L’Apostolo Giacomo nel primo capitolo della sua Lettera, esorta infatti ad “accogliere con docilità la Parola”. Bisogna quindi essere aperti, “non rigidi”. Il primo passo nel cammino della docilità è quindi “accogliere la Parola”, cioè “aprire il cuore”. Il secondo, è quello di “conoscere la Parola”, “conoscere Gesù” che infatti dice: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”. Conoscono perché sono docili allo Spirito.
E poi c’è un terzo passo: “la familiarità con la Parola”:
“Portare sempre con noi la Parola, leggerla, aprire il cuore alla Parola, aprire il cuore allo Spirito che è quello che ci fa capire la Parola. E il frutto di questo ricevere la Parola, di conoscere la Parola, di portarla con noi, di questa familiarità con la Parola, è un frutto grande: è il frutto … l’atteggiamento di una persona che fa questo è bontà, benevolenza, gioia, pace, padronanza di sé, mitezza”.
Questo è lo stile che dà la docilità allo Spirito, prosegue Francesco:
“Ma devo ricevere lo Spirito che mi porta alla Parola con docilità, e questa docilità, non fare resistenza allo Spirito mi porterà a questo modo di vivere, a questo modo di agire. Ricevere con docilità la Parola, conoscere la Parola e chiedere allo Spirito la grazia di farla conoscere e poi dare spazio perché questo seme germogli e cresca in quegli atteggiamenti di bontà, mitezza, benevolenza, pace, carità, padronanza di sé: tutto questo che fa lo stile cristiano”.
Nella Prima Lettura poi si racconta che, quando a Gerusalemme giunge la notizia che gente venuta da Cipro e Cirene annunciava la Parola ai pagani ad Antiochia, si sono un po’ spaventati e hanno mandato lì Barnaba, chiedendosi – rileva il Papa – come mai si predicasse la Parola ai non circoncisi e come mai la predicassero non gli Apostoli ma “questa gente che noi non conosciamo”. Ed “è bello” dice il Papa che quando Barnaba giunge ad Antiochia e vede “la grazia di Dio”, si rallegra ed esorta a “restare con cuore risoluto, fedele al Signore”, perché era un uomo “pieno di Spirito Santo”:
“C’è lo Spirito che ci guida a non sbagliare, ad accogliere con docilità lo Spirito, conoscere lo Spirito nella Parola e vivere secondo lo Spirito. E questo è il contrario alle resistenze che Stefano rimprovera ai capi, ai dottori della Legge: ‘Voi sempre avete resistito allo Spirito Santo’. Allo Spirito, resistiamo allo Spirito, gli facciamo resistenza? O lo accogliamo? Con docilità: questa è la parola di Giacomo. ‘Accogliere con docilità’. Resistenza contro docilità. Chiediamo questa grazia”.
E il Papa conclude notando, “un po’ fuori dall’omelia”, che “è stato proprio nel comune di Antiochia, dove ci hanno dato il cognome”. Ad Antiochia infatti per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.
fonte: radiovaticana