Padre Simon: bloccano il suo account, ma non quello di chi lo insulta

Padre Simon, dopo aver ricordato i fondamenti dell’insegnamento cristiano contro il Pride Month, ha visto bloccarsi l’account. Stranamente, però, questo non è successo per chi lo ha riempito di insulti.

Padre Simon
Padre Simon (photo websource)

Padre Simon è un giovane Sacerdote di El Cajon, in California. Come riporta Provita e Famiglia, recentemente il Sacerdote è intervenuto sul suo canale Twitter, postando un video di quasi un minuto, in cui ha sostenuto che, secondo i principi cristiani, non si può sostenere il Pride Month.

Con Pride Month si intende il mese che la comunità lgbt dedica alla “promozione della propria agenda politica e culturale”, in pieno contrasto con gli insegnamenti della dottrina cristiana in merito a famiglia, matrimonio e morale. Dopo qualche tempo, neanche troppo, l’account del Sacerdote è stato letteralmente assalito da insulti, minacce e offese da parte di migliaia di utenti lgbt.

Padre Simon: i fondamenti dell’insegnamento cristiano

Nel suo breve video, il giovane Sacerdote aveva ricordato quali sono i principi dell’insegnamento cristiano. A tal fine, come riporta la fonte, Padre Simon aveva anche sostenuto che “un cristiano deve rispettare il comandamento dell’amore, ma non può sostenere il Pride Month”. A seguito del suo discorso esplicato con toni semplici, ma soprattutto, rispettosi, il suo account e la sua immagine, in generale, sono stati posti al centro di migliaia di insulti e minacce.

Il blocco del profilo

Come riporta Pro Vita e Famiglia, tra le migliaia di minacce, di insulti, legate a insostenibili offese, ce ne sono state alcune veramente di cattivo gusto. Pur di infangare l’immagine del Sacerdote, alcuni utenti hanno osato ritagliare la sua immagine per inserirla in oscene immagini. A seguito di tutto ciò, il Sacerdote ha dovuto sospendere l’account Twitter. Tik Tok ha invece bloccato il suo profilo, ma non quello di chi lo ha caricato di insulti.

“Preghiamo per loro”

Le parole del Sacerdote, espresse a chiunque gli avesse segnalato quanto accaduto, sono state semplici e prive di ogni polemica, ma ricche di significato: “Preghiamo per loro”. D’altronde, come la fonte ci ricorda, siamo discepoli di quel Cristo innocente, che per redimerci dal peccato ha attraversato la dolorosa Passione, culminata nella crocifissione: “Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. Ma il buon senso e la civiltà dovrebbero prescindere da tutto.

Fabio Amicosante

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