
La fila per raggiungere Padre Pio, e per potersi anche solo confessare, era lunghissima, ogni giorno.
Molti aspettavano per ore di poterlo avvicinare e questo dava, senz’altro, loro il tempo per fare un buon esame di coscienza e ricordare bene le mancanze da confessare.
Fu il turno di una donna, che aveva un peccato molto grave da confessare. Disse, infatti: “Padre, ho abortito!”.
Padre Pio ammutolì. Dopo quel silenzio, accostò le sue mani agli occhi della donna.
Le sue mani portavano il segno dei chiodi della crocifissione (le piaghe donate ai Santi più vicini al Cristo) -ricordiamolo, pertanto erano perennemente fasciate.
La donna lo fede ed ebbe la visione di una piazza piena di gente in festa, ma non ne capiva il motivo, finché non vide, passarle a fianco, la sedia gestatoria del Papa, il trono mobile che un tempo veniva portato a spalle, per permettere ai fedeli di intravedere il Pontefice tra la folla.
L’uomo, seduto sul trono, si fermò, per qualche istante, a guadare la donna, con un atteggiamento confidenziale; ella percepì che fosse il Papa, ma un Papa di cui non conosceva il nome.
Quando la donna riaprì gli occhi, Padre Pio restò in ascolto del suo resoconto: “Padre, credo d’essermi trovata in piazza San Pietro, a Roma. Accanto mi è passata la sedia gestatoria del Papa, portata in processione. Ho alzato gli occhi e visto quest’uomo, che non conoscevo, ma che mi è sembrato insolitamente familiare.”.
Una dura affermazione, quella di Padre Pio, forse, ma esattamente corrispondente alla verità.
Questo racconto, riguardante uno solo degli episodi della vita di un Santo straordinario e del suo modo di servire il Signore, da, infatti, la misura del perché nessuna vita dovrebbe andare sprecata, in quanto vita.
Lo scopo di ogni essere umano dovrebbe proprio essere quello di promuovere anche la salvezza altrui, in quanto tutti siamo degni figli dello stesso Padre e bisognosi di un’occasione, perché si realizzi un progetto grandioso in questa esistenza, prima di tornare all’altra.
Antonella Sanicanti