Padre Maurizio Botta: “Ecco perché Cristo non se lo sono inventati i cristiani”

C’è una prova inconfutabile dell’esistenza di Gesù, afferma padre Maurizio Botta. Ecco qual è.

Gesù non è un personaggio inventato e i Vangeli non sono favole. Lo spiega il sacerdote oratoriano.

Maurizio Botta Cristo
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Gesù non è un’invenzione

Dopo aver affrontato, insieme a don Andrea Lonardo, le domande grandi dei piccoli (nei tre bellissimi sussidi intitolati appunto Le domande grandi dei bambini) padre Maurizio Botta passa alle piccole domande degli adulti. A questi interrogativi cerca infatti di dare una risposta l’ultimo libro uscito a suo nome: Le domande piccole dei grandi – Vivere la fede oltre i luoghi comuni (Edizioni Studio Domenicano).

Sono tanti i temi trattati nel libro, che ha la prefazione del padre domenicano Roberto Maria Viglino. A cominciare dai miracoli: è ancora ragionevole oggi – nell’epoca delle straordinarie conquiste della scienza – credere ai miracoli? È una cosa da persone intelligenti? E poi cos’è un miracolo?

Padre Maurizio parla anche della confessione, della differenza tra fede e superstizione, della bellezza della vocazione religiosa, del culto per la Madonna e i santi.

Ma nel libro c’è anche spazio per la Bibbia, per la Parola di Dio. Chiunque abbia avuto la fortuna – o meglio la grazia – di conoscere padre Maurizio o di seguirlo nel suo ministero sacerdotale sa benissimo l’amore che questo figlio di San Filippo Neri porta per il Vangelo e per la Scrittura. Basti solo pensare alla rubrica quotidiana “Un minuto sul Vangelo di oggi” sul suo blog (cinquepassi.org) confluita nel libro Cento minuti sul Vangelo. Per capire chi è Lui (per la collana UomoVivo di Berica editrice).

Capire chi è Lui. È davvero così: l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo. Per capire chi è il Verbo di Dio bisogna per forza buttarsi avidamente sulla Parola di Dio. È un esercizio che padre Maurizio fa in continuazione nelle sue omelie o nei bellissimi interventi (consigliati a tutti) dei Cinque Passi.

La Bibbia? Non è una favola

Non fa meraviglia dunque che anche questo ultimo libro dedichi ampio spazio alla Bibbia. Che per quanto abbia altissimi momenti poetici, non è un libro di poesie o di fiabe. La Bibbia non è una favola, ci dice l’oratoriano.

Al tempo stesso non bisogna cadere nell’eccesso opposto, quello di credere cioè che la Bibbia sia un arido trattato “storico-scientifico”. Più che dati storici, la Bibbia vuole rispondere alle nostre domande di senso. Vuole indicarci come si va in cielo. Dice padre Botta: «Dio non si rivela per rispondere a interrogativi di storia e di scienza. La verità che Dio comunica nella sua rivelazione e che assicura nella Sacra Scrittura, è la verità che Egli ci dona per la nostra salvezza. La Sacra Scrittura va letta nella prospettiva della salvezza, del salvarsi, della felicità, della risposta di senso».

Le pagine della Bibbia non sbagliano mai nel dirci la verità sulla nostra vita: «In questo senso – spiega il sacerdote – in esse non c’è alcun errore nelle risposte che danno per la nostra salvezza, per la nostra felicità, su chi è Dio e su chi è l’uomo. Non sono, quindi, dei trattati storico-scientifici».

Bibbia
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Gesù? Una figura realmente esistita

Detto questo, la Bibbia è tutt’altro che un libro inventato. I racconti dei Vangeli ad esempio – peraltro ben differenti dai libri dell’Antico Testamento – si fondano sulla storicità della figura di Gesù: «In primo luogo, Gesù è stato una figura storica, una persona realmente esistita. La conoscenza di ciò non implica la fede, è un fatto oggettivo, accademico, ci sono tantissimi studiosi atei che riconoscono innanzitutto l’esistenza storica di Gesù perché è documentabile e dimostrabile».

Altra cosa che gioca a favore della storicità del Vangelo, insiste padre Maurizio, è il fatto che «è dimostrabile storicamente che da subito i cristiani hanno creduto quello che oggi i cristiani credono. I cristiani, tutti e ovunque, hanno sempre creduto alla pretesa di Cristo di essere Dio al pari del Padre, di essere Figlio di Dio. Hanno sempre creduto alla presenza dello Spirito Santo, quindi alla Trinità. E ciò è storicamente dimostrabile».

L’«ininventabilità» dei Vangeli

Ma qualcuno potrebbe sempre obiettare: e perché mai i Vangeli non potrebbero essere stati inventati? Dai preti magari… Per l’oratoriano le cose non stanno così: ci sono «mille ragionevoli motivi» per cui i Vangeli sono «ininventabili». La prova più evidente, in questo senso, è l’esistenza del popolo di Israele. Cioè, fa notare padre Botta, dell’unico popolo «che ha attraversato i secoli e non ha lasciato che qualche cristiano manipolasse i suoi testi, le sue fonti. Sì, dico qualche cristiano, perché c’è la fantomatica idea che il cristiano sia automaticamente un “manipolone”, uno che si aggiusta i vangeli, se li disfa, se li scrive come vuole».

Che la Bibbia e il Vangelo non siano “favolette” lo prova proprio la caparbietà con cui Israele ha impedito a chiunque di manipolare le sue fonti. Il punto, sottolinea padre Maurizio, è che «non c’è un testo ebraico che neghi la storicità di Gesù. Nessun testo riporta: “Gesù non è esistito”». Anche i testi che parlano male di lui – come capita nel Talmud, dove la Madonna è accusata di essersi unita a un demone durante il periodo mestruale – lo fanno «per giustificare la potenza dei miracoli operati da Gesù», spiega padre Botta.

Gesù
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Una prova storica inconfutabile

Così facendo però forniscono «una prova storica evidente». Non potendo negare che Gesù avesse fatto miracoli, perché noti a tutti, né che non era mai esistito, per spiegare quei miracoli e la potenza di Gesù hanno dovuto denigrare la sua persona, parlarne male dicendo che era uno stregone o un mago. Ma parlare male di qualcuno significa quantomeno ammettere quel qualcuno è esistito per davvero…

Oltre a questa dimostrazione («ragionevole, storica, che soddisfa la mia testa») ci sono poi tutte le scoperte archeologiche avvenute in Terra Santa che vanno a confermare, anche nei dettagli più minuti e apparentemente trascurabili, la «precisione degli evangelisti».

Insomma, commenta padre Maurizio, se Gesù fosse un personaggio inventato bisognerebbe concludere che i suoi inventori sono «le persone più intelligenti mai esistite. Ma chi sono costoro che sono stati capaci di tenere in piedi per duemila anni una roba del genere?».

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