Padre Amorth: “Non c’è liberazione senza perdono”

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RELAZIONE DI DON GABRIELE AMORTH del 25 settembre 2010

Carissimi, poiché non posso commentare il messaggio del 25 settembre, che sarà dato questa sera, commento quello del 2 di settembre. Guardate c’è solo un concetto, ma è fondamentale:
“Cari figli, sono accanto a voi perché desidero aiutarvi a superare le prove che questo tempo di purificazione mette davanti a voi. Figli miei, una di esse è il non perdonare e non chiedere perdono. Ogni peccato ferisce l’amore di Dio e vi allontana da esso. L’amore è mio Figlio; perciò, figlioli miei, se desiderate camminare con me verso la pace dell’amore di Dio, dovete imparare a perdonare e a chiedere perdono. Vi ringrazio.”
Guardate il concetto fondamentale è il richiamo al perdono. “Cari figli, sono accanto a voi perché desidero aiutarvi a superare le prove che questo tempo di purificazione mette davanti a voi”. Dobbiamo superare le prove che questo tempo mette davanti a noi: sono prove di purificazione e una di queste è il perdono. “…Figli miei, una di esse è il non perdonare e non chiedere perdono.” Guardate è tanto importante! Alle volte mi sono sentito dire: “Perdonare, chiedere perdono, bisogna essere in due”. No! Il Signore ci chiederà se noi abbiamo perdonato, non ci chiederà se gli altri hanno perdonato noi, se hanno accettato il nostro perdono, ma ci chiederà solo se siamo stati noi a perdonare. “Ogni peccato ferisce l’amore di Dio…” Il peccato è la mancanza di carità che richiede il perdono. Questo ferisce l’amore di Dio! “…e vi allontana da esso. L’amore è mio Figlio” quindi il non perdonare ci allontana da Gesù. “…Perciò, figlioli miei, se desiderate camminare con me…” la condizione per camminare con Lei “…verso la pace dell’amore di Dio…”, cioè la pace che si trova solo nell’amore di Dio “…dovete imparare a perdonare e a chiedere perdono. Vi ringrazio.”
Vi ricordate quando San Pietro ha chiesto a Gesù: “Maestro, quante volte devo perdonare mio fratello, fino a sette volte?” e gli pareva di aver esagerato, di aver detto spropositi e Gesù risponde: “Fino a settanta volte sette” cioè sempre! Il Signore ci perdona sempre. E’ disposto a perdonarci cento volte al giorno lo stesso peccato; i nostri peccati non hanno mai il potere di sminuire l’amore che Gesù e Maria hanno per noi. Loro ci guardano sempre con occhi da innamorati. C’è una frase tanto simpatica di Santa Teresina: “Gesù come tutti gli innamorati è un innamorato cieco, non vede i nostri difetti”. Guardate, anche in questo c’è un insegnamento, anche noi non dobbiamo stare lì a guardare i difetti degli altri. Accontentiamoci di guardare i nostri. Gesù in un altro brano del Vangelo ci ammonisce: “Perché vuoi togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello e non guardi la trave che c’è nel tuo occhio? Prima togli la trave dal tuo occhio e allora sarai in grado di togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello.” Il Vangelo ci narra poi una parabola proprio intonata al perdono. “Un signore ricco chiama un suo debitore che gli deve una grande somma, mettiamo un milione di euro e gli dice: “Tutto mi devi, è scaduto il termine. Se non paghi vendo te, vendo tua moglie, i tuoi figli, la tua casa, tutto quello che hai così mi rifaccio del debito che hai verso di me.” Quel poveretto che non aveva di che pagare, si inginocchia (notate come non chiede che gli venga condonato il debito) e dice: ”Aspetta, ti restituirò tutto”. Il padrone che ha buon cuore, che sa che quello lì non sarà mai in grado di pagare il debito, gli condona tutto, gli perdona tutto, subito. Quell’uomo incontra un suo collega che gli doveva una piccola somma, per esempio 50 euro. Vuole subito essere pagato: “Dammi quello che mi devi”. Quello lo prega: “Ti darò tutto” ma lui lo prende per il collo e lo fa andare in prigione. Gli altri colleghi assistendo a questi due episodi rimangono scandalizzati, vanno dal padrone e gli raccontano tutto: ”Tu hai condonato una cifra immensa a quel debitore e guarda questo come si è comportato con il suo collega!” e il padrone, notate bene perché c’è un finale tremendo, richiama quel suo debitore: “Io ti ho condonato tanto e tu non potevi condonare quel poco?” Annulla il condono e dice: “Pagami fino all’ultimo centesimo!” Guardate il finale è terribile. “Così agisce il Padre mio con chi non perdona di cuore.” Ritira il perdono che ha dato! Io l’ho detto tante volte nella confessione: “Confessi i tuoi peccati, sei assolto, ricevi l’assoluzione però se tu hai un rancore contro qualcuno e non perdoni il Signore ritira quel perdono che ti è stato dato, e quell’assoluzione che ti è stata data non vale niente, torni ad avere tutti i tuoi peccati.” E’ tremendo questo comportamento di Dio, eppure Gesù ci dice: “Così agisce il Padre mio a chi non perdona di cuore”. Nel Padre nostro ci sono sette domande: sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, fa che non cadiamo in tentazione, difendici dal maligno. Sono sette domande però nella domanda: “rimetti a noi i nostri debiti” fa un’aggiunta, è l’unica delle sette domande che ha una coda: “come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, cioè diciamo: “perdonami come io perdono”, ma se io non perdono non mi viene perdonato. Noi conosciamo bene la necessità del perdono di Dio, perché siamo tutti peccatori, quello che ci salva è il perdono di Dio. Se andremo in Paradiso non sarà per i nostri meriti, ma per la misericordia di Dio a cui abbiamo aperto il cuore, misericordia che abbiamo accettato. Colui invece che fino alla fine della vita rifiuta la misericordia di Dio va all’inferno, non è il Signore che ce lo manda, ma è lui che ci va con le sue gambe. Il Signore non manda all’inferno nessuno. Varie volte mi è stato chiesto: “Dio odia i demoni? Odia i dannati?” No Dio ama tutte le creature che ha fatto, Dio ama i demoni, i dannati ma sono loro, i demoni e i dannati che odiano Dio. Dio no, Dio ama, tutto il Creato è buono. Chi è che ha creato l’inferno? L’ho detto un’altra volta. E’ possibile che sia stato Dio che ha creato solo cose belle e buone? Un giorno il mio grande maestro, padre Candido, stava cacciando via il demonio da un posseduto e gli ha detto con la sua ironia (padre Candido era un grande umorista) “Vai, vai, che ti ha preparato il Signore una bella casetta riscaldata in cui non soffrirai il freddo” e il demonio con rabbia ”tu non sai niente”. Quando il demonio interrompe l’esorcista con una frase così vuol dire che Dio gli comanda di dire una verità. “Non è stato Dio a creare l’inferno, ma siamo stati noi. Lui non ci aveva neppure pensato.” Nei piani di Dio e della creazione non c’era un progetto per l’inferno e varie volte ho chiesto alle persone possedute dal demonio: Anche tu hai creato l’inferno?”e mi hanno sempre risposto: “Abbiamo collaborato tutti. L’inferno l’hanno creato i demoni.” Michele lottando con i suoi angeli contro satana e i suoi demoni li sconfigge (così leggiamo nel libro dell’Apocalisse). Non c’è più posto in Paradiso per loro. Dove vanno? Hanno creato l’inferno, lo hanno creato per loro, i demoni per i demoni. Ma se un uomo si danna, pur essendo stato creato per il Paradiso, va a finire nel luogo creato dai demoni per i demoni, in balìa dei demoni. E’ tremendo!… Come è importante allora il perdono, essere perdonati e perdonare tutti sempre. Il mio fondatore, il beato Giacomo Alberione, si confessava ogni sera, così per tredici anni. Sarei stato curioso di sapere cosa lui aveva da confessarsi tutte le sere per tredici anni. Più uno progredisce nell’amore di Dio, più scorge dei difetti di cui non si era accorto; anche i santi canonizzati non sono perfetti, sono creature umane, anche loro vanno in Paradiso con dei difetti di cui non si erano accorti e che non avevano ancora combattuto, però tutte le colpe che hanno saputo scoprire le hanno combattute e il Signore le ha tutte perdonate. Senza perdono reciproco è impossibile convivere. Molti di voi sono sposati, ma com’è possibile che marito e moglie, passata la luna di miele, non riescono a vivere insieme senza che ci siano motivi di bisticci, motivi di disparità di vedute? E’ necessario perdonare e chiedere scusa, se non si perdona si può andare incontro a incomprensioni sempre più grandi che possono portare addirittura allo sfascio del matrimonio. Questo vale anche per le società e per le nazioni. Molte volte, noi esorcisti, troviamo delle difficoltà nel liberare qualche persona, c’è come un blocco. Il più delle volte il blocco è dovuto al fatto che questa persona ha un rancore forse contro chi le ha fatto il maleficio, non riesce a perdonare e questo blocca l’efficacia degli esorcismi, non si procede. Bisogna perdonare di cuore! Quando qualcuno mi dice: “Mi hanno fatto un maleficio, tutto mi va storto” io raccomando sempre di pregare, amare e perdonare di cuore, dimenticando totalmente il torto ricevuto. Ecco tre cose fondamentali. Quando gli apostoli non riescono a liberare quel giovane indemoniato ai piedi del Tabor, Gesù lo libera e poi gli chiedono: “Perché noi non ci siamo riusciti?” “Per la vostra poca fede, per la vostra poca preghiera, per il vostro poco digiuno. Certi generi di demoni non si cacciano via con gli esorcismi, ma solo con la preghiera, la fede e il digiuno.” Anche gli apostoli hanno ricevuto la loro lezione. Il perdono è la grande rivoluzione di Gesù, il modello è Gesù: ha perdonato la peccatrice e il paralitico e a colui che ha guarito nella piscina ha detto: “Non peccare più o ti capiterà di peggio”. Sempre ha perdonato, e sulla Croce ha perdonato i suoi crocifissori: Anna, Caifa, Giuda, i soldati romani che gliene hanno fatte di tutti i colori, i farisei che lo canzonavano, “se sei il Figlio di Dio scendi dalla Croce e noi ti crederemo”. No, non avrebbero creduto neanche se fosse sceso dalla croce, così avrebbe salvato sé stesso, ma non noi. Era necessario che morisse e risorgesse per dare a noi i suoi meriti: la risurrezione e la giustificazione. La nostra vita, la nostra fede è fondata sulla Risurrezione di Cristo. San Paolo è così chiaro: “Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede” e avrebbero ragione quelli che dicono che dopo la morte non c’è più niente o quelli che pensano che dopo la morte c’è la reincarnazione magari in un topo, in un gatto o in un’altra persona. Noi contiamo sulla Risurrezione di Cristo. Tu ricevi un insulto, un’ingiustizia, devi pensare: “Non sa quello che fa, non sa che dolore mi ha causato e il danno che reca a me e alla mia famiglia. Signore perdonalo, non sa quello che ha fatto.” Perdonare e giustificare, questo è l’insegnamento che ci dà Gesù di fronte a certi torti, perdonare la persona che ci ha fatto male, amarla, questo è l’esempio di Gesù. E’ Lui il nostro modello e San Giovanni scrive nella sua lettera: “Se tu sei un cristiano devi comportarti come Gesù si è comportato.” Il cristiano deve essere un altro Cristo, fare quello che Lui ha fatto quindi imitarlo nel perdonare, nel giustificare, nell’amare coloro che ci hanno fatto dei torti (non dire, come a volte accade: “io ho perdonato quella persona, però non voglio più vederla”). L’unica grande rivoluzione è stata quella di Gesù; ha portato l’amore nel mondo, l’amore a Dio e al prossimo per cui tutti abbiamo la stessa dignità; nessuno vale più di un altro.
DON GABRIELE AMORTH

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Domanda: La convivenza con un uomo anche se non si hanno rapporti fisici è peccato?
Don Amorth: No, non è peccato, se ci sono motivi ragionevoli perché ci sia questo aiuto reciproco e diciamo in una convivenza di reciproco aiuto non c’è peccato.

Domanda: Una signora ha avuto delle infestazioni. Il sacerdote è andato e ha liberato la casa però dopo che lui se n’è andato queste infestazioni sono ritornate esattamente come prima. Che cosa si deve fare?
Don Amorth: Ritornare a esorcizzare la casa. Liberare le case è molto difficile. Vi dico di più, nel rituale ufficiale non ci sono preghiere per la liberazione di una casa dalla possessione del demonio, per cui con l’aiuto di padre Candido abbiamo messo insieme quelle varie preghiere del rituale che riguardano la liberazione della casa, la protezione degli angeli sulle case, ecc. e abbiamo costruito un rituale per esorcizzare le case con l’incenso. Non sempre si riesce a liberare le case da possessione diabolica. In certi casi sono stato costretto a dire: “Guardate, dovete cambiare casa” e mi dicono: “La casa è mia se la vendo debbo dire che è infestata?” “No, perché normalmente le infestazioni sono state fatte in odio alle persone, per cui se tu vai via non c’è più infestazione nella casa e puoi venderla con coscienza tranquilla senza pensare di avere imbrogliato. E se compri una casa non c’è bisogno che tu la faccia esorcizzare per vedere se quella casa è infestata.”

Domanda: Una signora è stata esorcizzata da un sacerdote e pensava stesse bene ormai. Ha messo tutta la biancheria nella lavatrice e ha scoperto che nella lavatrice c’era una serpe col capo schiacciato. Il sacerdote le ha detto: ”Eh si, anche se hai trovato una serpe tu non ti sei liberata perché non hai ancora vomitato”. Può essere?
Don Amorth: No, non è affatto necessario vomitare per essere liberi. Non voglio giudicare quell’esorcista, ma io non mi sarei comportato così.

Domanda: Ero solito confessarmi sempre prima di fare la comunione. Ultimamente il confessore mi ha detto che basta una volta al mese. Che cosa mi consiglia?
Don Amorth: Se uno non ha peccati mortali, non è obbligatorio confessarsi. Confessarsi almeno una volta l’anno, dice il catechismo. Se uno ha dei peccati gravi allora deve confessarsi prima di fare la comunione, anche tutti i giorni. Però io sono del parere che più ci si confessa e meglio è. Quindi è già una buona regola confessarsi una volta al mese, però se uno si confessa più di una volta al mese accresce la Grazia. Ecco perché vi ho fatto l’esempio del mio padre fondatore che per tredici anni si confessava tutte le sere. (Era furbo. I santi sono furbi). Ricordate poi che la confessione non ha solo lo scopo di cancellare i peccati, ma anche quello di farci progredire nella virtù. Oggi purtroppo non si trovano quasi più direttori spirituali. Guardate le vite dei santi, guardate San Giovanni Bosco. Non lo potete capire se non conoscete il suo confessore e padre spirituale che era San Giuseppe Cafasso. Ma tutti i santi hanno i loro confessori e padri spirituali!

Domanda: I sogni sono importanti? Quale credito meritano?
Don Amorth: Nessuno. Qualche volta il Signore può dare dei sogni straordinari, ma fa capire che sono dati per suo intervento. Pensate al famoso sogno di Giacobbe, quello della scala con gli angeli che vanno su e giù, ai sogni di San Giuseppe: erano sogni dati da Dio per indicargli cosa doveva fare. Normalmente i sogni dipendono dal subconscio. I sogni non hanno importanza. Io non gliene do, anche se a volte sono collegati a fatti che poi avvengono realmente e dico: “mah guarda, questa cosa me l’ero sognata.” Una volta una persona mi disse di aver sognato una casa, nei minimi dettagli, con i mobili, ecc. che non aveva mai visto; poi, una volta invitata a casa di una sua amica ha riconosciuto quello stesso appartamento che aveva sognato. Beh è possibile, sono fatti paranormali, non straordinari.

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