Una famiglia organizza tutto per il funerale ma il morto non era un loro congiunto.
“Questo non è un nostro congiunto”. La storia di un uomo, dato per morto, ma che tale non era, arriva dall’ospedale di Sora.
“Lui non è un nostro congiunto. Non dobbiamo organizzargli il funerale”. Con questa frase, una famiglia si è accorta che la persona alla quale stavano organizzando un funerale, non era un loro parente. La vicenda, che ha dell’incredibile, ci viene dalla provincia di Frosinone.
L’uomo, ricoverato all’ospedale di Sora, era stato dato per deceduto, tanto che nel suo paese, erano stati anche affissi i manifesti funebri che annunciavano la sua dipartita e anche la celebrazione del suo funerale. Ma, ciò che ha stupito tutti è che…colui che era scritto sul manifesto, in realtà, è ancora vivo.
Ma andiamo con ordine. La vicenda ha visto come protagonisti i componenti di una famiglia svegliati nel cuore della notte dai Carabinieri ai quali era stato chiesto di contattare la famiglia dell’uomo, da giorni ricoverato all’ospedale di Sora, e comunicarne l’avvenuto decesso. L’angoscia della famiglia contattata e la tristezza, hanno portato subito questi a contattare l’impresa di pompe funebri ed organizzare il funerale.
Ma c’è qualcosa che non andava. L’agenzia si procura la foto del deceduto, ricomposto e già nella bara, e qui si scopre che non è il loro amato congiunto, che si scoprirà essere poi in reparto a fare colazione.
Da un lato la gioia di scoprire che il loro parente era ancora in vita, dall’altro la beffa di vedere come, anche per comunicazioni così tristi, dall’ospedale, il sistema sanitario stia per andare in tilt e collassare.
Una vicenda a lieto fine sì, ma che non sarebbe mai dovuta succedere.
ROSALIA GIGLIANO
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