Il Te Deum di Asia Bibi è un continuo dialogo con Dio. Lo fa attraverso le Sacre Scritture che ha imparato a leggere durante la sua prigionia. La donna cristiana ne ha parlato a Tempi.it (2 gennaio).
RINGRAZIAMENTO A CRISTO
«Comincio la mia giornata con il nome di Cristo sulle labbra – ha spiegato – che mi incoraggia sempre a iniziare ogni giorno confidando nella fede cristiana. Termino tutte le mie giornate ringraziando il mio Cristo, che è stato con me tutto il giorno e che mi dona la notte per rendere grazie e riposarmi».
IL SALMO 138
LIBERTA’ E PREGHIERA
E per il nuovo anno ha chiesto a Dio «di perdonare tutti coloro che abusano del mio nome per trarne profitto e di darmi presto la libertà». A Papa Francesco, invece, la donna chiede «con forza» di «ricordarmi nelle loro preghiere. Io sono convinta e credo che le vostre preghiere possano aprire presto la porta della mia cella e liberarmi».
IN ATTESA DELLA CORTE SUPREMA
2.019 GIORNI DI PRIGIONIA
UN RICATTO IRRICEVIBILE
In Pakistan il reato di “blasfemia” prevede sanzioni che vanno dall’ergastolo fino alla pena capitale e l’8 novembre 2010 il giudice Naveed Iqbal ha condannato Asia Bibi all’impiccagione. Avrebbe potuto salvarsi, perché quello stesso giudice è entrato nella sua cella e le ha offerto la revoca della sentenza in cambio della conversione all’islam, ma la donna ha risposto: «Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui».
Fonte: Aleteia.org
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