Ogni giorno con Maria, 19 gennaio. Impressionante: dal calice fuoriesce sangue vivo

Nell’Eucarestia c’è veramente Gesù? È una domanda che ha sfiorato la mente di molte persone…anche dei sacerdoti. È successo in provincia di Forlì, dove è intervenuta anche la Madonna.

L’antica Basilica di Bagno di Romagna conserva due preziosissime reliquie l’icona della Madonna del Sangue e il Sacro Corporale. Quale legame hanno? La storia è davvero impressionante, scopriamola.

Madonna del Sangue
Ogni giorno con Maria, 19 gennaio. Madonna del Sangue (Photo web source)

Le prime tracce della Basilica risalgono all’861, ma molto tempo dopo diventerà luogo di prodigi

Il primo miracolo

È il 1412, Santa Maria in Bagno è un Abazia Camaldolese. L’Abate era il veneto Don Lazzaro. Mentre sta celebrando Messa un dubbio atroce attanaglia la sua mente: Ma Gesù è veramente presente nelle specie eucaristiche? Chi me lo dice con certezza? Non ebbe il tempo di organizzare i pensieri che il Signore provvide a fugare ogni dubbio. Il vino contenuto nel Sacro Calice cominciò a ribollire, proprio come sangue vivo e palpitante, tanto che trasbordò fuori dal Calice e intrise il Corporale. Davanti al prodigio scaturito dalla sua fragilità scoppiò in lacrime di umiliazione e pentimento.

Confessò a tutte le persone che stavano partecipando a Messa, e che come lui avevano assistito, che il prodigio era scaturito dalla sua incredulità. Il prelato fu trasferito in un altro convento, ma il corporale è ancora conservato li a memoria della reale presenza di Gesù vivo e vero nelle specie eucaristiche. Nel 1912 l’Arcivescovo di Ferrara, il Card. Giulio Boschi in occasione del V Centenario del miracolo organizzò un Convegno che attirò l’attenzione non solo dei fedeli ma anche degli studiosi. Passerà del tempo ma nel 1958 Sua Eminenza Domenico Bornigia fece eseguire delle analisi sul corporale che hanno confermato che quello è vero sangue umano.

La Madonna del sangue

Sacro Corporale di Bagno di Romagna.
Sacro Corporale di Bagno di Romagna (Photo web source)

È un’icona che è stata datata intorno alla seconda metà del 1400. Era di proprietà di una famiglia di Bagno. La notte tra il 18 e il 19 gennaio del 1498, un gruppo di persone si è raccolto in preghiera intorno al quadro. Era un momento di tensione tra gli abitanti, rivalità e discordie accendevano risse continue, che facevano male nel corpo a qualcuno ma allo spirito e all’anima di tutti. Ecco perché si pregava intensamente.

All’improvviso due fratelli figli di Deaiuti, vedono che dal braccio sinistro dell’icona sgorga sangue. La voce si diffonde, uomini rivali si trovano riuniti e senza parole di fronte al prodigio e comprendono che è un monito alla loro arroganza e violenza. Si guardano, non possono fare altro che scoppiare in lacrime, scambiarsi un forte abbraccio riconciliatore e invocare il perdono di Nostro Signore e della sua amatissima Mamma. L’icona poi è stata esposta alla pubblica venerazione nella Basilica della Madonna Assunta.

Preghiera alla Madonna del Sangue

Basilica di Santa Maria Assunta, Bagno
Basilica di Santa Maria Assunta, Bagno (Photo web source)

Maria, giovane donna dello stupore,
che hai esultato di gioia col canto:
“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (Lc 1,49), ci affidiamo a te, per conoscere Gesù.
Egli è il segreto dei nostri desideri,
il compagno del nostro cammino,
la sorgente dei nostri affetti,
il legame delle nostre amicizie,
il farmaco delle nostre ferite,
la stella polare del nostro viaggio.

Maria, tenera madre della speranza,
che hai accolto l’annuncio dell’angelo:
“Non temere perché hai trovato grazia presso Dio” (Lc 1,30), ci affidiamo a te, per amare Gesù.
Egli è il Figlio dell’Altissimo,
il dono festoso del grembo,
la casa sicura per il riparo,
l’ombra luminosa dello Spirito,
il santo vero che ci guida,
il trepido ardore dei nostri anni.

Maria, umile ancella dell’ascolto,
che hai risposto al dono dello Spirito: “Avvenga di me secondo la tua Parola” (Lc 1,38), ci affidiamo a te, per custodire Gesù.
Egli è il seme che muore nella terra,
la vita che germina nel cuore,
il maestro interiore dell’anima,
la voce che fa eco nella coscienza,
la fiaccola che illumina il servizio,
il vento che porta verso il futuro.

Amen.

(Mons. Brambilla)

 

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