Sant’Isaia è considerato il più grande tra i profeti d’Israele perché ha annunciato che le promesse di Dio si sarebbero compiute con l’arrivo del Messia.

Il Martirologio Romano ricorda sant’Isaia, che si commemora oggi 9 maggio, con queste parole: “profeta, che nei giorni di Ozia, Iotam, Acaz ed Ezechia, re di Giuda, fu mandato a rivelare al popolo infedele e peccatore la fedeltà e la salvezza del Signore a compimento della promessa fatta da Dio a Davide“.
Grande figura, ritenuto quindi il più grande dei profeti d’Israele, sant’Elia è il maggiore dei cosiddetti “Grandi Profeti”. Visse circa 800 anni prima della venuta di Gesù Cristo e sembra che ebbe una vita mlto lunga morendo in tarda età. La sua morte però non fu naturale, ma morì da martire.
Santo di oggi 9 maggio : Sant’Isaia profeta
Nel Ecclesiastico a proposito di sant’Isaia si legge: “Isaia fu un grande profeta e fedele agli occhi del Signore. Il sole tornò indietro nei di lui giorni e molti altri egli aggiunse alla vita del re. Vide la fine dei tempi per un gran dono di Spirito, e consolò quelli che piangevano Gerusalemme“.
Era discendente della casa reale di Davide in quanto figlio di Amos e parente del re Manasse. Come sostiene anche il Martirologio Romano, è proprio sotto Manasse che subì il martirio. Dio gli conferì la missione profetica attraverso una visione.
Isaia vide il Signore nel tempio, seduto sopra un grande trono e attorniato da cherubini. Uno di questi andò a prendere dall’altare un carbone acceso e si diresse verso Isaia. Con quel carbone ardente gli toccò la bocca e disse: “Ecco che questo ha toccato le tue labbra, e sarà tolta la tua iniquità e sarà lavato il tuo peccato“. Da quel momento il Signore si rivolse ad Isaia in modo diretto e lo invitò a farsi predicatore per il suo popolo.
L’annuncio della venuta del Messia
Le profezie di Isaia ebbero inizio introno al 740 a.C. sotto il regno di Ozia: il profeta annunciò la caduta di Israele. Le sue visioni proseguirono per circa 44 anni, quindi nel corso dei regni di Giatan, Acaz, Ezechia e, infine, Manasse. Quando Ezechia, ad esempio, si alleò con gli Egiziani contro il potere crescente degli Assiri, Isaia fu fortemente contrario e profetizzò la distruzione del regno.
Inoltre esortò gli uomini a non cercare alleanze tra loro, ma a rivolgersi solamente a Dio. Il suo libro di profezie è diviso in 66 capitoli in cui parla anche della venuta del Liberatore descrivendone la nascita e le opere, fino alla Passione e alla morte.
Profetizzò anche sotto il regno di Manasse Isaia, predicò e richiamò quest’ultimo esortandolo a ritornare al culto del vero Dio e a pentirsi dei suoi peccati, poiché era diventato un idolatra e nel suo cuore albergavano empi sentimenti.
La predicazione del profeta però non trovò accoglienza e anzi, suscitò le ire del re che rispose con crudeltà condannandolo a morte. La morte di Isaia fu terribile: venne segato in due con una sega di legno. Morì perciò con queste atroci sofferenze. Per questo è venerato come martire.